Il 25 maggio il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico sulla nuova direttiva comunitaria per il miele. L’accordo prevede come elementi basilari: la definizione e la trattazione normativa del miele quale prodotto agricolo; l’obbligo di dichiarare il paese d’origine ove il miele è stato prodotto; nel caso di lavorazioni industriali e di utilizzo di mieli di più provenienze, l’obbligo di indicare con chiarezza in etichetta la dizione “miscela” di mieli e le tre possibili combinazioni di miscelazione: comunitario, non comunitario, comunitario ed extra comunitario; nel caso di procedimenti di denaturazione del miele tramite prelievo con ultrafiltrazione dei pollini e di altri componenti, l’obbligo di indicare il termine “filtrato” in etichetta e in tutti gli stadi di transazione e lavorazione; nel caso di miele declassato, non atto all’alimentazione , ma utilizzabile quale componente dei prodotti alimentari, l’obbligo di indicare nell’elenco degli ingredienti in etichetta, l’esplicita dizione “miele ad uso industriale”; la definizione di parametri analitici del miele aggiornati per combattere adeguatamente frodi ed adulterazioni e l’impegno, tramite il Comitato di gestione della direttiva, ad adeguare i criteri con l’evolversi delle conoscenze; l’impegno a definire in tempi brevi i connotati distintivi dei mieli monofora; l’obbligo di apporre in etichetta la data di scadenza.
Su alcuni aspetti, invece, la nuova direttiva implica una vigile capacità di gestione, in particolare: un’adeguata informazione ai consumatori su ciò che implica in termini di origine e processo di lavorazione la dizione “miscela di mieli”; un’adeguata informazione ai consumatori su ciò che implica quale totale denaturazione e depauperamento l’equivoco termine “miele filtrato”; una crescente e vera capacità di tutela e controllo per evitare che, in modo fraudolento, sia posto al consumo miele non da desco quali il “miele ad uso industriale” ed il “miele filtrato”.
La normativa, che entrerà in vigore in tutti i Paesi entro i 18 mesi successivi la promulgazione, è di segno sostanzialmente positivo: “l’accordo raggiunto a Bruxelles ribalta radicalmente - spiega il presidente dell’Unione Nazionale Associazione Apicoltori Italiani (UnApi), Francesco Panella - la logica da cui si era partiti. E’ una notevole vittoria del “partito della qualità alimentare” che ha visto l’Italia impegnata in un ruolo di primo piano nel gioco di squadra con i Paesi mediterranei e i Paesi che colgono quale priorità la tutela dei consumatori. E’ una sconfitta per Inghilterra, Germania ed Olanda che hanno voluto rappresentare unicamente gli interessi commerciali ed industriali di una piccola lobby di importatori. E’ la dimostrazione che l’armonizzazione comunitaria non comporta necessariamente l’omologazione ai livelli qualitativi più bassi e l’adeguamento agli interessi delle multinazionali alimentari. La direttiva che norma i caratteri minimi del “prodotto miele” è un primo passo in avanti, ma lascia aperta la ferita del mancato riconoscimento del miele fresco di qualità superiore (ovvero l’attestazione di specificità per il Miele Vergine Integrale), frutto della tradizione, dell’attenzione e della cultura alimentare italiana”.
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