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BIBLIOTECA ENOGASTRONOMICA

Dopo “Pignolo. Cultivating the Invisible”, il vitigno non sarà più lo stesso: parola di Ben Little

L’ultimo libro del blogger/artista (thenativegrapes.com) racconta la passione dei vignaioli che ha portato alla rinascita dell’autoctono friulano

Frainteso e commercialmente fuori dal ritmo della vita moderna, il Pignolo ha sempre vissuto una vita tutta sua. Ma la rinascita di questo vitigno autoctono friulano a bacca nera documentato fin dal Seicento, si deve ad un piccolo gruppo di coraggiosi vignaioli, che lo hanno fatto conoscere nel mondo con i loro vini, e che ne custodiscono la tradizione e il territorio. A ripercorrere una storia di vino fatta di pura passione, è “Pignolo. Cultivating the Invisible”, ultimo volume del blogger, giornalista, artista a e poeta Ben Little (thenativegrapes.com), uno studio sul campo condotto per cinque anni in Friuli Venezia Giulia, dal 1.000 a.C. a un lontano futuro, passando per l’oggi, attraverso un viaggio di più di 40.000 km lungo il cammino del Pignolo, che racconta l’amore dei vignaioli per l’antico vitigno autoctono friulano che ha portato al suo rilancio. Celebrando, spiega l’autore del volume (illustrato e auto-pubblicato da Ben Little, 2021, pp. 432, in lingua inglese, prezzo di copertina 35 euro), “anche l’invisibile, lo sconosciuto, l’irrazionale e persino l’assurdo”. A partire da una domanda rivolta per incuriosire gli eno-appassionati: “e se una pianta potesse avere la capacità di tenere i nostri cuori e le nostre menti sotto il suo controllo?”.

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