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PARLANO LE IMPRESE DEL VINO UE

Elezioni europee, dalla Ceev un “Manifesto sul futuro del settore del vino Ue”

Mercato, clima, salute, digitalizzazione e sostenibilità tra le priorità da affrontare per un settore importantissimo, ma la cui tenuta è a rischio
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Elezioni europee, dalla Ceev un “Manifesto sul futuro del settore del vino Ue”

Rafforzare una Politica agricola comune (Pac) orientata al mercato che promuova la competitività e riduca la complessità amministrativa; conciliare la tradizione e l’innovazione nella legislazione dell’Ue per adattare i prodotti vitivinicoli alle nuove aspettative, alla domanda e alle tendenze dei consumatori, preservando al contempo la cultura del vino; sostenere la resilienza climatica e la transizione verde definendo i principi della produzione vitivinicola sostenibile, dando priorità alle misure di mitigazione e riconoscendo i servizi ecosistemici; rafforzare il mercato unico dell’Ue e ridurre i costi armonizzando completamente le normative, promuovendo la digitalizzazione e facilitando l’e-commerce per le aziende vinicole; mantenere un’ambiziosa visione di mercato dell’Ue che persegua una strategia commerciale assertiva per ampliare l’accesso al mercato, affrontare le barriere commerciali e proteggere i prodotti vitivinicoli da controversie commerciali non correlate; adottare una politica coordinata in materia sanitaria in Ue, pragmatica e basata su dati scientifici, che distingua tra consumo moderato di vino e abuso di alcol e promuova dialoghi costruttivi; ecco i punti chiave, le 6 priorità del “Manifesto sul futuro del settore del vino Ue” pubblicato, oggi, dalla Ceev, il Comitato europeo delle aziende vinicole (e che per l’Italia conta tra i suoi membri la Federvini e l’Unione Italiana Vini - Uiv, ndr), per consegnare un documento programmatico al prossimo parlamento Ue che sarà rinnovato con le elezioni che prenderanno corpo tra il 6 ed il 9 giugno 2024.
Un Manifesto che mette al centro un settore importante, che contribuisce con 130 miliardi di euro al Pil dell’Unione Europea, con un valore di mercato di oltre 100 miliardi di euro, 52 miliardi di euro di tasse generate per le casse europee e 3 milioni di posti di lavoro, che ha visto le esportazioni passare da 3,9 miliardi di euro nel 2004/2005 a ben 17,9 miliardi di euro nel 2022/2023, “una pietra angolare dell’economia dell’Ue (che produce il 64% del vino del mondo), in particolare nelle zone rurali dove svolge un ruolo cruciale nella lotta allo spopolamento”, al quale, però, “le sfide climatiche, normative e sociali pongono ostacoli significativi alla sostenibilità del settore, e lo stanno mettendo a rischio”, spiega la Ceev.
“Eventi meteorologici estremi imprevedibili, inflazione, aumento dei costi di produzione, incertezza geopolitica, demonizzazione delle bevande alcoliche: il settore vitivinicolo dell’Ue sta affrontando una serie di sfide strutturali e congiunturali che stanno mettendo in pericolo la sua sostenibilità a lungo termine”, ha dichiarato Mauricio González-Gordon, presidente Ceev, che ha aggiunto: “il settore vitivinicolo dell’Ue apporta notevoli benefici alla nostra società, quindi sono il nostro patrimonio, le nostre zone rurali e la sua economia ad essere a rischio”. “Abbiamo bisogno di un approccio coerente al vino nell’arena politica per aggiornare le leggi e opporci agli attacchi ingiusti alla nostra cultura del vino. Solo così potremo garantire forza e longevità al settore vitivinicolo dell’Ue e continuare a offrire diversità, patrimonio ed eccellenza senza precedenti in ogni bottiglia - ha sottolineato Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale Ceev - il nostro Manifesto include una serie di proposte concrete per salvaguardare il nostro ricco patrimonio, promuovere una crescita sostenibile e garantire un futuro prospero per il vino europeo”.

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