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MERCATO INTERNAZIONALE

Export agroalimentare 2022 da record, a 60,7 miliardi di euro: le “previsioni” Coldiretti

Crescita del 17% sul 2021, grazie ai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea. Germania, Usa e Francia i primi mercati
Coldiretti, DIETA MEDITERRANEA, EXPORT, MADE IN ITALY, PASTA, vino, Non Solo Vino
Vino e pasta trainano l’export agroalimentare made in Italy a 60,7 miliardi di euro

I dati Istat ufficiali sono aggiornati a novembre 2022, ma, secondo proiezioni Coldiretti, il saldo dell’export del made in Italy agroalimentare nel 2022 toccherà il record di 60,7 miliardi di euro, in crescita del 17% sul 2021, grazie ai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, pasta e ortofrutta fresca che salgono sul podio dei prodotti italiani più venduti all’estero. A livello generale - sottolinea la Coldiretti - la Germania resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare, con un valore di 9,4 miliardi davanti agli Stati Uniti, con 6,6 miliardi, che superano di misura la Francia, che si piazza al terzo posto 6,5 miliardi. Risultati positivi anche nel Regno Unito con 4,2 miliardi, che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue.
Tra i prodotti il re dell’export tricolore si conferma il vino per un valore stimato vicino agli 8 miliardi di euro nel 2022, secondo le stime Coldiretti, grazie ad una crescita a due cifre delle vendite all’estero; al secondo posto si piazzano la pasta e gli altri derivati dai cereali, con un volume di vendite all’estero che volano oltre i 7 miliardi di euro, mentre, al terzo posto, ci sono frutta e verdura fresche, con 5 miliardi e mezzo di euro di export, ma ad aumentare in modo consistente sono anche l’extravergine di oliva, oltre a formaggi ed ai salumi.

“L’andamento sui mercati internazionali potrebbe però ulteriormente migliorare - sottolinea la Coldiretti - con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale il cui valore è salito a 120 miliardi, anche sulla spinta della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tuti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano. Ma tra gli “orrori a tavola” non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco - spiega Coldiretti - che non è solo la Dop al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. Ne sono un esempio il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur. Una situazione destinata peraltro a peggiorare se l’Ue dovesse dare il via libera al riconoscimento del Prosek croato”.
A pesare sul made in Italy a tavola nel mondo, secondo l’organizzazione agricola, ci sono anche il probabile arrivo delle prime richieste di autorizzazione alla messa in commercio di carne, pesce e latte sintetici alla minaccia delle etichette allarmistiche sul vino fino al semaforo ingannevole del Nutriscore che boccia le eccellenze tricolori. “Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che - ribadisce la Coldiretti - finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del made in Italy a denominazione di origine”.
“Il contributo della produzione agroalimentare made in Italy alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale - ha affermato il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, - nel sottolineare che “serve cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale ed agire sui ritardi strutturali dell’Italia sbloccando tutte le infrastrutture per migliorare i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo.”

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