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ECONOMIA

Export agroalimentare europeo: +2% nei primi cinque mesi 2025, ma il vino segna -1%

Esportazioni enoiche da gennaio a maggio a 6,7 miliardi di euro: persi 70 milioni di euro sullo stesso periodo 2024
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Nei primi cinque mesi 2025 l’export del vino europeo è in lieve calo

Continuano a frenare, anche a maggio, le esportazioni agroalimentari dell’Ue nel 2025. Secondo il “Monitoring Eu Agri-Food Trade” della Commissione Europea, l’export agroalimentare dell’Ue ha raggiunto i 19,9 miliardi di euro a maggio, in leggero calo su aprile (-1%). Nei primi cinque mesi 2025, però, le esportazioni complessive hanno toccato i 99,6 miliardi di euro, con un aumento di 2,3 miliardi di euro sullo stesso periodo 2024 (+2%). Una lieve crescita, quindi, c’è stata, in attesa dell’effetto dei dazi Usa applicati al 15% da agosto e che potrebbe cambiare lo scenario. Per il vino il dato resta in negativo, seppur con una minima differenza in valore sui cinque mesi 2024. Le esportazioni di vino e prodotti a base di vino -la terza categoria complessiva per valore - da gennaio a maggio 2025, hanno, infatti, generato 6,7 miliardi di euro, un calo dell’1% (era -2% nella rilevazione di aprile 2025), quantificabile in 70 milioni di euro.
Le importazioni agroalimentari dell’Ue hanno, invece, raggiunto i 17 miliardi di euro a maggio, in aumento del 4% su aprile. Tra gennaio e maggio 2025, le importazioni totali si sono attestate a 81,5 miliardi di euro, con un aumento di 11,5 miliardi di euro sul 2024 (+16%).
Tornando alle esportazioni, il Regno Unito si è confermato il mercato principale nei primi cinque mesi 2025, rappresentando il 23% delle esportazioni (23 miliardi di euro), in aumento di 964 milioni di euro (+4%), in gran parte dovuto all’incremento dei prezzi dei prodotti a base di cacao. Anche le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cresciute (+6%), raggiungendo i 12,7 miliardi di euro (+700 milioni di euro), sostenute da prodotti a base di cacao, ma anche grazie a vino, liquori, prodotti lattiero-caseari. La Svizzera segue con 5,7 miliardi di euro, in aumento di 555 milioni di euro (+11%), ancora una volta trainata dai prezzi del cacao. Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono diminuite di 619 milioni di euro (-11%), in gran parte a causa di un forte calo dei volumi di cereali.
I prodotti a base di cacao e caffè hanno continuato a trainare il valore delle esportazioni, basti pensare che l’export di caffè, tè, cacao e spezie sono cresciute di 1,6 miliardi di euro (+39%), riflettendo un raddoppio dei prezzi di pasta, burro e polvere di cacao, nonché un aumento del 30% dei prezzi del caffè. Anche le esportazioni di cioccolato e dolciumi sono aumentate fortemente (+831 milioni di euro, +20%), mentre i prodotti lattiero-caseari sono aumentati di 574 milioni di euro (+7%), nonostante i volumi inferiori. All’opposto, le esportazioni di cereali sono diminuite di 1,3 miliardi di euro (-22%), a causa di un calo del 28% nei volumi, mentre quelle di olive e olio d’oliva vanno giù per 459 milioni di euro (-14%), con il calo dei prezzi che ha generato un aumento del 17% nei volumi. In territorio negativo anche la voce birra, sidro ed altre bevande (-3%) a 4,38 miliardi di euro nei primi cinque mesi 2025, mentre spirits e liquori aumentano, sempre nello stesso arco temporale, dell’1%, raggiungendo 3,3 miliardi in valore.
Riguardo all’import, il Brasile si è confermato il principale fornitore europeo, con un apporto di 7,5 miliardi di euro tra gennaio e maggio (+591 milioni di euro, +9%), dovuto principalmente all’aumento dei prezzi del caffè. Le importazioni dal Regno Unito hanno raggiunto i 6,5 miliardi di euro (+336 milioni di euro, +5%), mentre quelle dagli Stati Uniti sono salite a 5,9 miliardi di euro (+878 milioni di euro, +17%), trainate dalle maggiori importazioni di mais, frutta secca e liquori. Gli incrementi maggiori su base annua sono stati registrati dalla Costa d’Avorio (+1,8 miliardi di euro, +68%, principalmente nel cacao), dal Canada (+933 milioni di euro, +93%, spinte da cereali e colza), dalla Cina (+868 milioni di euro, +24%, legati prevalentemente a beni non commestibili) e dall’Australia (+790 milioni di euro, +111%, principalmente in colza, sebbene ancora al di sotto dei livelli 2023). Trend diverso per le importazioni dall’Ucraina che sono diminuite di 687 milioni di euro (-12%) e quelle dalla Russia, crollate di 480 milioni di euro (-74%).
I prezzi elevati delle materie prime chiave hanno continuato a spingere al rialzo i valori delle importazioni. Caffè, tè, cacao e spezie sono aumentati di 6,9 miliardi di euro (+62%), mentre frutta e noci hanno aggiunto 1,8 miliardi di euro (+18%). Le importazioni di prodotti non commestibili sono aumentate di 588 milioni di euro (+15%). Al contrario, olive e olio d’oliva sono diminuiti di 378 milioni di euro (-41%) e zucchero e isoglucosio di 347 milioni di euro (-39%).

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