Ci sono anche buone notizie, nonostante tutto, per l’agroalimentare italiano, che si conferma un motore dell’export italiano, anche in un 2025 dove la preoccupazione (vedi dazi, ma non solo) resta alta. Ma, nei primi tre mesi dell’anno, crescono le esportazioni agroalimentari (+6,9%) sullo stesso periodo del 2024, con dinamiche diversificate tra i vari prodotti. Ottimi gli andamenti sui mercati esteri di formaggi e prodotti da forno, tra i trasformati, e di frutta. In crescita, dell’11,7%, anche le importazioni agroalimentari dell’Italia. A dirlo è il Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria.
Nell’ultimo bollettino “Creagritrend”, l’aggiornamento periodico congiunturale del Crea, si parla di lieve crescita per la performance economica nel primo trimestre 2025, +0,3% del Pil rispetto al trimestre precedente e +0,7% nei confronti del medesimo trimestre del 2024. In crescita anche il valore aggiunto dell’agricoltura (+1,4%) e dell’industria (+1,2%), mentre è in lieve calo il settore dei servizi (-0,1%) a livello congiunturale. A livello tendenziale il valore aggiunto agricolo è stazionario, mentre industria e servizi registrano una crescita, rispettivamente dell’1,3% e dello 0,4%. Sul trimestre precedente, crescono anche gli investimenti fissi lordi (1,6%) e i consumi finali nazionali (0,1%), nonostante la contrazione (-1,3%) della spesa delle famiglie per beni durevoli. Sullo stesso periodo del 2024, fra gennaio e marzo 2025, per l’industria alimentare crescono sia l’indice della produzione (+2%), sia quello del fatturato sul mercato estero (+16%) e sul mercato interno (+5%). L’industria delle bevande, invece, registra una crescita sia per l’indice della produzione (+0,4%), sia per quello del fatturato sul mercato estero (+5%), mentre sul mercato interno i valori sono negativi.
Tornando alle esportazioni agroalimentari nel periodo considerato, brillano i dati sugli Stati Uniti (+11%), Spagna (+14,8%) e Polonia (+18,8%). Incrementate le vendite in valore di quasi tutti i principali comparti di esportazione, in particolare i prodotti lattiero-caseari e frutta fresca, in crescita sia in valore che in quantità: mele (+18% in valore e +20% in quantità) e i kiwi (+27% in valore e +12,6% in volume). Come nel trimestre precedente, continua ancora il Crea, le importazioni agroalimentari crescono (+11,7% rispetto al primo trimestre 2024) più delle esportazioni - per l’aumento prezzi di alcune commodities, come caffè greggio e cacao - in particolare da Spagna, Polonia e Brasile (+27%). Per molti dei principali comparti gli aumenti superano il 10%, come nel caso dei prodotti ittici, lattiero-caseari e cereali. La “sentiment analysis” evidenzia una prevalenza del clima di fiducia nei confronti del settore pari al 53%, seguita da un atteggiamento neutrale del 22%, negativo del 13% e misto (tra positività e negatività) del 12%.
Un trend positivo che segue un 2024 che è stato importante per il settore. Il Rapporto 2024 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, pubblicato oggi dal Crea, parla di nuovi record per gli scambi con l’estero per l’agroalimentare italiano, anche nel 2024. Le esportazioni crescono (+8,7%) a fronte di un aumento delle importazioni di circa il 5%, determinando un netto miglioramento della bilancia agroalimentare, che torna positiva dopo il deficit del biennio 2022-2023, con un avanzo di 1,25 miliardi di euro. Primato nel 2024 per l’export agroalimentare che raggiunge i 68,5 miliardi di euro (5 miliardi in più rispetto al 2023), mentre l’import agroalimentare si attesta a 67,2 miliardi di euro. Nel 2024 l’incremento delle esportazioni ha riguardato tutti i principali mercati e prodotti: ottima la crescita, in valore e in quantità, delle vendite all’estero di carni preparate e formaggi, rilevante anche quella di derivati dei cereali, prodotti dolciari e spumanti Dop e positivo quella di frutta (+10% per le mele). Anche nel 2024 l’andamento per le importazioni è più diversificato e, in alcuni casi, ancora condizionato dall’andamento dei prezzi internazionali di alcune commodities, come il cacao e il caffè greggio. Per i principali mercati, l’area dell’Ue27 concentra il 58,3% delle esportazioni agroalimentari dell’Italia e il 71% delle importazioni. Nel 2024, grazie all’ottima performance delle vendite verso gli Usa (+17,4%) e il Canada (+14,1%), aumenta di quasi un punto percentuale la quota destinata al Nord America, dopo il ridimensionamento dell’anno precedente.
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