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Export e craft brewery tornano a far crescere i consumi di birra italiana

Coldiretti: +18,4% nel primo trimestre 2021, consumo pro-capite a quota 36,8 litri. Il settore dà lavoro ad oltre 140.000 persone
BIRRA, Coldiretti, CONSUMI, Non Solo Vino
I numeri della ripresa del comparto birra

Il caldo in Italia si fa sentire e i consumi di birra registrano aumenti record. Per il settore non ci poteva essere notizia migliore nella “Giornata Internazionale della Birra”, di scena oggi in tutto il mondo, grazie ad un'idea di Jesse Avshalomov che la istituì nel 2008 a Santa Cruz, in California, dove è diventata tradizione regalare un “six pack”, una confezione da sei bottiglie o lattine ai propri amici e al bartender di fiducia.
In Italia questo rito non esiste, ma la voglia di “bionde” e “rosse” non manca. L’analisi Coldiretti, su dati Ismea, parla di una impennata del 18,4% nel primo trimestre (nel confronto con lo stesso periodo nel 2020) degli acquisti domestici in Italia con i prodotti artigianali del Belpaese che stanno incontrando sempre di più i gusti del pubblico. Un dato benaugurante, dopo le difficoltà causate dal Covid al settore che, nel 2020, tra lockdown e chiusura di ristoranti, pizzerie, pub e agriturismi ha accumulato un calo del fatturato del 35%. Una lunga parentesi negativa anche se il settore appare in ripresa grazie ai mesi estivi che stimolano i consumi di birra ma anche dalla ripartenza delle attività di ristorazione. Il consumo pro capite nel nostro Paese è arrivato a 36,8 litri, ma la birra rappresenta anche un traino per l’economia alimentando una filiera che, fra occupati diretti e indotto, offre lavoro a oltre 140.000 persone. In crescita anche le esportazioni dopo le difficoltà dello scorso anno a causa delle pandemia, con un aumento del 4% nei primi quattro mesi del 2021 (analisi di Coldiretti su dati Istat). Un mercato, quello della birra, che ha raggiunto un valore globale di 623,2 miliardi di dollari nel 2020, come riportato da Marketwatch.
Tornando ai gusti degli italiani, “Doppio Malto”, brand con 26 birrifici-cucina e uno shop online, ha analizzato le abitudini di consumo dei suoi clienti: la più amata è stata la Pils, che ha preceduto la Weiss ad alta fermentazione con una Lager a chiudere il podio. Un settore dinamico che sta facendo nascere nuove figure professionali: è il caso del “sommelier della birra” che oltre a conoscere la storia del prodotto ne interpreta, tramite opportune tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individua gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali con il cibo.
A spingere la ripresa nel Belpaese è soprattutto la birra artigianale che conta 550.000.000 di litri prodotti ogni anno (di cui un terzo arriva da aziende agricole che trasformano direttamente i prodotti agricoli per fare birra). Un “boom” che unisce idee, competenze e valorizzazioni dei prodotti territoriali. “Un consumo - spiega la Coldiretti - diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con le fragole, da quella al miele di erica alla birra con le prugne e non mancano neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno. Si tratta di realtà molto spesso realizzate da giovani che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica”.
Per sostenere la produzione tricolore di birra è stato promosso da Coldiretti il Consorzio Birra Italiana che garantisce l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo e la lavorazione artigianale creando un rapporto più solido tra i produttori di birra ed i coltivatori delle materie prime complementari. Il Consorzio è una realtà che rappresenta il 27% della birra artigianale prodotta in Italia, oltre il 51% del malto da orzo italiano e più della metà dei terreni coltivati a luppolo. Per garantire l’origine del prodotto è stato realizzato anche un marchio “artigianale da filiera agricola italiana” che mira a garantire e tracciare la prevalenza di materia prima dalle campagne del Belpaese, ponendo attenzione sulla remunerazione etica della filiera e di tutti i suoi attori.

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