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MADE IN ITALY

Export, l’alimentare tricolore verso il record storico: nel 2021 +13% e un valore di 52 miliardi

Analisi Coldiretti (su dati Istat): Germania, Usa e Francia sul podio dei Paesi importatori. Boom della Cina (+48,4%), stabile il Regno Unito
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Export, l’alimentare tricolore verso il record storico: nel 2021 +13% e un valore di 52 miliardi

Si avvicina il record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy, che registrano un +13% per un valore annuale stimato in 52 miliardi nel 2021, se il trend sarà mantenuto di qui a fine anno. Emerge dall’analisi Coldiretti sui dati Istat, che evidenziano la crescita della produzione industriale a settembre 2021 favorita anche dalla ripresa dei consumi fuori casa. Con l’avanzare della campagna di vaccinazione e la riapertura delle attività di ristorazione, sottolinea Coldiretti, cresce la domanda di made in Italy a tavola in Italia e nel mondo con la produzione alimentare che segna a luglio un balzo del +6,3%.
Tra i principali clienti del made in Italy a tavola ci sono gli Stati Uniti, che si collocano al secondo posto con un incremento dell’11,4% nei primi otto mesi secondo l’Istat. Positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food, con un incremento del 7,8%, leggermente superiore a quello della Francia (+7,4%), stabile al terzo posto, mentre fuori dal podio c’è la Gran Bretagna dove però le vendite sono stagnanti (-1,3%) a causa delle difficoltà legate alla Brexit tra le procedure doganali e l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Fra gli altri mercati, evidenzia la Coldiretti, si segnala la crescita del 16,9% in quello russo e del 48,4% su quello cinese.

“L’Italia può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia - afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”.

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