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FILOSOFIE COMUNI

Famiglie, vigneti e Barolo: i valori del progetto Deditus, che riunisce le grandi famiglie di Langa

Evoluzione dell’Accademia del Barolo, l’associazione guidata da Gianni Gagliardo riunisce alcune delle cantine top a guida familiare del territorio
BAROLO, DEDITUS, FAMIGLIE, vino, Italia
I vigneti del Barolo, cuore del progetto Deditus, che riunisce le famiglie di Langa

Condividere valori, visioni di territorio ed idee di impresa, porta, inevitabilmente, a fare squadra. Succede in tanti territori italiani tra i più importanti, dove gruppi di cantine con filosofie comuni si mettono insieme, dalla Valpolicella a Montalcino, passando per Montepulciano, solo per fare degli esempi. E succede anche in un altro dei più importanti territori del vino italiano, quello del Barolo dove, come evoluzione della già esistente “Accademia del Barolo”, nasce Deditus, marchio collettivo che intorno a valori come “famiglie, vigneti e Barolo”, mette assieme “l’esperienza e l’incondizionata dedizione al Barolo di famiglie storiche produttrici della denominazione. Attualmente sono nove le realtà dell’associazione, guidata da Gianni Gagliardo: Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti. Grandi nomi del vino italiano e piemontese, accomunate dalle caratteristiche richieste per essere nel progetto Deditus, ovvero l’essere azienda ad esclusiva conduzione famigliare, proprietaria di vigneti a conduzione diretta, e con approccio sostenibile.
Nove famiglie di vignaioli unite dalla consapevolezza che l’identità del “Re dei vini” si è formata attraverso la sua storia, divenuta tradizione. È la storia di piccole aziende a conduzione famigliare che, di generazione in generazione, hanno consacrato la loro vita alla coltivazione delle vigne, in un territorio oggi riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, come sottolinea il presidente Gianni Gagliardo: “Deditus è il risultato dell’impegno e dell’entusiasmo di alcuni tra i più celebri produttori di Barolo che hanno consacrato la loro vita al vino e alla valorizzazione della denominazione e delle sue più prestigiose Menzioni Geografiche Aggiuntive”.

Dal latino “dēdo”, ovvero “darsi”, “dedicarsi” e, alle volte, “sacrificarsi” per qualcosa in cui si crede fermamente o che si vuole difendere. Dal ritrovarsi in questa definizione la scelta del nome Deditus che esprime il legame inscindibile che queste famiglie hanno tessuto con la loro terra d’origine: la fatica nel coltivarla, la pazienza nel capirla, la lungimiranza nel rispettarla, il coraggio della qualità come valore non negoziabile. E la creazione di etichette iconiche, riconosciute in tutto il mondo, ai vertici della denominazione.
“Deditus premia la centralità della vigna nella produzione del Barolo. I suoi soci - spiega l’associazione - devono possedere vigneti di proprietà che coltivano in maniera diretta, nel pieno rispetto dell’ambiente e della sostenibilità agricola. Ciascun socio si impegna a promuovere e valorizzare le Menzioni Geografiche Aggiuntive, quei vigneti ufficialmente riconosciuti dal disciplinare che, vinificati in purezza, rappresentano le molteplici e sorprendenti anime del Barolo all’interno della stessa denominazione. Ognuno di noi lavora - continua Gianni Gagliardo - per portare nel bicchiere il carattere distintivo delle nostre vigne, con rispetto e devozione. Deditus è il marchio che identifica un certo modo di “essere” Barolo: tradizione, famiglia e vigneti di proprietà.
Gli uomini e le donne del Barolo hanno sempre coltivato dentro di sé un sentimento di riscatto, la voglia di rendere grande e riconosciuto il proprio vino, frutto di incalcolabili sacrifici e altrettante incalcolabili soddisfazioni. All’interno di questo comune sentire si ritrovano le aziende di Deditus, realtà di chiara fama internazionale che dimostrano l’impegno alla valorizzazione del territorio tramite un costante miglioramento dei propri vini, ottenuti attraverso pratiche agricole sostenibili, rispettose della terra e dell’uomo che la coltiva”.

Focus - La Storia
Il primo nucleo di Deditus si costituisce verso la fine degli anni Novanta del Novecento da un’esigenza pratica, quella di gestire l’Asta del Barolo che, dal 1998, si svolge per la prima volta presso le cantine dei Poderi Gianni Gagliardo, a La Morra. L’Asta è un evento unico nel suo genere: ha l’obiettivo di promuove il Barolo attraverso la vendita di prestigiosi lotti scelti tra le migliori etichette di un pugno di vignaioli, i quali, per l’occasione, decidono di riunirsi in un’associazione informale.
Per oltre dieci anni, l’Asta del Barolo si svolge nelle cantine di Gianni Gagliardo. Fino a che, sotto la spinta di un crescente successo, viene trasferita nel Castello di Barolo. La scelta del luogo non è casuale. In quelle stesse stanze, attorno al 1820, Juliette Colbert e il marito Tancredi Falletti, aiutati da Camillo Benso conte di Cavour, diedero vita a una rivoluzione enologica: vinificarono per la prima volta un Barolo secco, eccezionalmente ricco ed armonioso, destinato in breve tempo a conquistare le tavole dei Savoia e, in seguito, farsi ambasciatore dei vini piemontesi nel mondo.
Alla presenza di collezionisti, appassionati, e operatori del settore vengono battuti al rialzo una cinquantina di lotti creati con le bottiglie dei produttori partecipanti. L’Asta attiva collegamenti in diretta con New York, Hong Kong, Dubai e Singapore, dove alcuni tra i ristoranti più celebri al mondo partecipano all’incanto. Il ricavato viene devoluto in beneficenza.
Nel 2011, i produttori riuniti attorno all’Asta del Barolo decidono di dar vita all’Accademia del Barolo. Si tratta di una delle prime forme di associazionismo privato tra i produttori della denominazione, i cui scopi sono prettamente didattici e trovano realizzazione nella “divulgazione della conoscenza e della cultura del Barolo e la promozione del suo territorio nel mondo” attraverso una serie di importanti iniziative di livello internazionale: corsi e degustazioni rivolte alla stampa e agli operatori del settore, conferenze, seminari, workshop ed attività di incoming sul territorio.
Nel 2019 l’Accademia del Barolo si trasforma. Da ente votato alla divulgazione della cultura del Barolo a marchio collettivo, espressione del rigore e della qualità che i produttori aderenti vogliono trasmettere attraverso il loro lavoro di vignaioli.
Uno statuto, con regole precise e stringenti, al fine di comunicare l’operato in modo più diretto ed efficace; un documento che sancisce come requisito fondamentale l’essere azienda ad esclusiva conduzione famigliare, proprietaria di vigneti a conduzione diretta, con approccio sostenibile.

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