Gli effetti dell’inflazione, del calo dei consumi e dell’aumento dei prezzi dell’energia, insieme alle difficoltà di una delle annate più piovose e sfidanti degli ultimi anni, frenano la “voglia” di biologico tra i viticoltori di Francia. Può sembrare strano, ma la conversione biologica, per quanto mossa da buonissime intenzioni, comporta dei costi, che si traducono in una inevitabile crescita dei prezzi. Che, in una fase di stallo dell’economia globale, e di involuzione sul fronte dei consumi di vino, può rivelarsi un rischio. Il risultato, come emerge dall’Observatoire Agriculture-Viticulture Groupe Bpce, è che se nel 2021 l’8% degli agricoltori e dei viticoltori francesi era intenzionato a convertire la propria azienda al biologico, oggi la percentuale si è dimezzata, scendendo al 4%. Ma il dato che fa riflettere è un altro: l’11% degli agricoltori e dei viticoltori biologici (che rappresentano il 13% del totale) pensa di tornare sui propri passi nei prossimi cinque anni, “deconvertendo” colture e vigneti.
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