02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024
LE FESTE A TAVOLA

Fuori c’è più “gusto”: tanti italiani festeggeranno il Natale negli agriturismi e nei ristoranti

Le previsione Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani, Fipe-Confcommercio. La cucina rimane uno dei motivi principali per un mettersi in viaggio
AGRITURISMI, CIA AGRICOLTORI ITALIANI, Coldiretti, FIPE CONFCOMMERCIO, NATALE, RISTORANTI, Italia
Buone previsioni per i ristoranti italiani nelle festività

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, recita un vecchio proverbio italiano che, forse, andrebbe perlomeno “riaggiornato”. Perché nonostante rimanga forte la tradizione di rimanere a casa e condividere con gli affetti più cari le festività, tante persone decidono, comunque, di farsi una gita, approfittando delle ferie e, per chi ha famiglia, dello stop alle lezioni a scuola. Ricaricare le pile in vacanza può essere un toccasana a fine anno e non stupisce che un italiano su cinque ha deciso di trascorrere almeno un giorno fuori casa nelle festività di Natale. Numero emerso da una indagine Coldiretti/Ixè diffusa nel primo week end di partenze per le vacanze natalizie, dalla quale si evidenzia un deciso orientamento a rimanere in Italia, scelta quest’anno come meta dal 75% dei vacanzieri anche se c’è anche un 19% che ha preferito recarsi in un Paese europeo. In crescita, sullo scorso anno, la spesa media che sarà di 604 euro per persona con un aumento del 5%, seppur con una forte polarizzazione tra una metà dei vacanzieri (48%) che si terrà sotto i 250 euro e un 15% che ne spenderà oltre 1.000.
Le vacanze dureranno in media cinque giorni, con sensibili differenze tra chi conterrà le ferie in pochi giorni e chi ha la possibilità di allungarle per l’intera durata delle feste. Se un 35% di italiani non andrà oltre i tre giorni, la maggioranza del 47% starà fuori tra i 4 ed i 7 giorni; il 10% si spingerà fino a 10 giorni e un ulteriore 5% dagli 11 ai 15 giorni (ma c’è chi andrà anche oltre). L’alloggio più gettonato sono le case di parenti e amici, dove passerà le vacanze oltre un italiano su tre (35%), più un 6% che userà le seconde case di proprietà, coniugando convivialità e risparmio, mentre al secondo posto ci sono a pari merito alberghi e appartamenti in affito, anche se tengono le formule alternative come bed & breakfast e agriturismi. “Sul podio delle destinazioni - continua la Coldiretti - salgono le città e le località d’arte con il 49% seguite dalla montagna con il 27% mentre il resto si divide tra campagna, mare e terme. Sono quasi un milione inoltre i vacanzieri che per Natale e/o Capodanno hanno scelto l’agriturismo per pernottare o mangiare, alla ricerca di riposo e di tranquillità lontano dalle preoccupazioni. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo resta la qualità più apprezzata degli agriturismi italiani che si confermano infatti come la più valida alternativa ai pranzi e ai cenoni casalinghi delle feste. Nel tempo gli oltre 25.000 agriturismi italiani hanno però qualificato notevolmente la propria tradizionale offerta di alloggio e ristorazione con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness”.
Tra Natale e l’Epifania, a tavola e in fattoria, tra percorsi naturalistici e laboratori del gusto, oltre 2 milioni di nuclei, fatti di parenti e amici, si apprestano a confermare un trend, ormai senza tempo, che premia il legame con il territorio e le sue tradizioni culinarie. A rilevarlo è Cia-Agricoltori Italiani, insieme a Turismo Verde, la sua associazione per la promozione agrituristica, annunciando già il pienone per il pranzo del 25 dicembre e il cenone di San Silvestro. L’Italia dei 25.000 agriturismi, sottolineano Cia e Turismo Verde, “resta molto frammentata lungo lo stivale dove sono ancora evidenti gli effetti della crisi economica, tra costi alti di produzione e caro-bollette, come le ripercussioni forti di emergenze climatiche, carenze infrastrutturali e marginalità importanti. Succede, quindi, che al Nord più che al Sud, gli agriturismi optino per aperture più contenute, salvando, però, le tavole di Natale e Capodanno, e che non poche strutture con camere rimandino la ripresa direttamente a primavera. Del resto, tra gli italiani che hanno scelto di fare un viaggio durante le festività, cioè quasi 20 milioni, è la penisola a perdere terreno (-6% sul 2022), a vantaggio delle mete europee (25%) e delle crociere (4%). Poi, sebbene il ritorno degli stranieri strizzi l’occhio a quota +20%, non è ancora abbastanza rispetto ai livelli pre-Covid”. In tutti i casi, dalla costa all’entroterra, ad assicurare il sold out, commenta Cia-Agricoltura, è la clientela fidelizzata, il turismo di prossimità e il ritorno nei paesi d’origine. Negli agriturismi per il pranzo di Natale si va, quest’anno, dai 35 ai 50 euro a menù e dai 50 ai 70 euro per festeggiare l’ultimo dell’anno. Immancabile, a tavola, la cucina regionale, dai tortellini in brodo all’arrosto al forno con le patate, dai ragù bianchi e rossi per rigorosa pasta fresca a cotechino e zampone con le insostituibili lenticchie, tanti dolci e frutta secca accompagnati da vini e bollicine. Tra Natale e Capodanno, infatti, verranno stappate, in tutto il Paese, più di 95 milioni di bottiglie. “Gli agriturismi vivono appieno le difficoltà del momento - dicono i presidenti Cia/Agricoltori Italiani e Turismo Verde, Cristiano Fini e Mario Grillo - ma la conduzione spesso familiare delle strutture, il legame di fiducia che si crea con i clienti, porta a individuare, ogni volta, il giusto compromesso tra sostenibilità aziendale e rispetto delle esigenze degli italiani”.
Feste negli agriturismi ma anche nei locali: saranno 5,4 milioni gli italiani, ma non mancano anche i turisti stranieri, che sceglieranno di festeggiare il Natale in uno dei 90.000 ristoranti del Paese aperti il 25 dicembre con il dato che è in crescita del 10,2% sul Natale 2022. Stesso trend per le attività che hanno deciso di rimanere aperte, passate dal 65,2% del 2022 al 66,2% del 2023. Sono questi alcuni dei dati diffusi da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, secondo cui il pranzo di Natale al ristorante farà registrare una spesa complessiva di 400 milioni di euro, il 15% in più sull’anno precedente. Nel dettaglio, per via degli aumenti che hanno interessato tutte le voci di costo delle imprese (dai prodotti alimentari all’energia), si stima che in media ciascuna persona spenderà 74 euro per un menù “tutto compreso”, proposto nell’83,2% dei ristoranti, con sei portate all’insegna della tradizione (pasta fresca fatta in casa, bollito, pandoro e panettone per concludere). Mentre per i più piccoli il 37% degli esercizi si è organizzato con un menu personalizzato a un prezzo medio di 30 euro. Il trend di Natale contribuisce in modo significativo all’andamento del comparto della ristorazione a dicembre, tra i mesi più importanti dell’anno. Secondo le previsioni del Centro Studi Fipe/Confcommercio solo in questo mese le famiglie spenderanno 8,5 miliardi di euro per consumi alimentari fuori casa. A questi si aggiungono poi gli incassi che arrivano da pranzi, cene e convention aziendali che quest’anno sono particolarmente numerosi.
“Il 2023 è stato un anno significativo per il consolidamento della ripresa dei pubblici esercizi - ha commentato il presidente Fipe/Confcommercio, Lino Enrico Stoppani - che ancora una volta hanno saputo superare con grande determinazione gli ostacoli lungo il percorso, tra rincari delle materie prime e difficoltà di reclutamento del personale. I numeri ci dicono che il mese di dicembre, che da solo vale poco meno del 10% del fatturato della ristorazione, anche quest’anno conferma le aspettative delle imprese pur in presenza di un contesto complicato. Il ciclo economico è in rallentamento e il quadro internazionale continua ad alimentare condizioni di incertezza che non favoriscono né la crescita né i consumi. Per fortuna la bolla inflazionistica sta rientrando e con essa dovremmo avere anche una politica monetaria della Bce meno restrittiva”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli