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Gianni Moriani: non beviamo solo per dissetarci, bere è un fatto sociale che genera identità

Nel volume “L’uomo è ciò che beve” lo storico della cucina e del paesaggio agrario italiani ripercorre la storia del bere dagli alcolici ai caffeinati

Non beviamo esclusivamente per dissetarci. Quando consumiamo moderatamente alcolici come vino, birra, distillati, liquori, o caffeinati come caffè, tè, cioccolata, cola e mate, lo facciamo per puro piacere. Quello che beviamo rientra in un sistema culturale: bere è un fatto sociale capace di generare sia identità sia alterità. Siamo di fronte a bevande che, per i loro effetti psicofisici, sono state considerate da numerose civiltà un dono degli dei e per questo elevate a strumento di ritualità, ma anche un dono da offrire all’ospite in segno di benvenuto o da consumare in compagnia, dato il loro innegabile potere socializzante. Per tale motivo esiste una storia del bere radicata nelle origini della vicenda umana, con le sue elaborazioni leggendarie e mitologiche. A ripercorrerla ed interpretarla, analizzando il presente e illustrando i prodotti e le loro modalità di consumo è Gianni Moriani, storico della cucina e del paesaggio agrario italiani, nel volume “L’uomo è ciò che beve. Una storia del bere, dagli alcolici ai caffeinati” (Cierre Edizioni, 2023, pp. 272, prezzo di copertina 16 euro). E la convivialità che ne sortisce riafferma la natura dell’uomo, in quanto animale sociale: perciò possiamo dire che, più ancora di ciò che mangia, l’uomo è ciò che beve.
Il professor Gianni Moriani - con il quale WineNews si è confrontata molte volte sul valore della tavola, del bere e della convivialità - ha insegnato all’Università Cattolica di Roma e all’Università Ca’ Foscari di Venezia dove ha ideato il Master in Cultura del cibo e del vino. Ha tenuto il corso di “Costruzione dell’identità italiana in cucina” al Master in Filosofia del cibo e del vino dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. È autore, tra gli altri, di “Palladio architetto della villa fattoria” (Cierre, 2008), “Cornetto e cappuccino. Storia e fortuna della colazione all’italiana” (Terra Ferma, 2010), “Le fastose cene di Paolo Veronese nella Venezia del Cinquecento” (Terra Ferma, 2014), e “Veneto. Terre e paesaggi del vino”, con Diego Tomasi e Cesare Gerolimetto (Terra Ferma, 2015).
Recentemente il professor Gianni Moriani ha redatto la voce “Caffeina” per la rivista “Pantagruel” (2020) e curato la pubblicazione di “Tullio Gregory, L’eros gastronomico” (Laterza, 2021). Ha realizzato mostre sul paesaggio della vite all’Ambasciata d’Italia a Berlino e all’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo.

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