Una “quarantena attiva” per consentire di lavorare e vivere isolati dagli altri operai dopo l’arrivo in Italia, secondo il modello tedesco. È la richiesta al Governo di Cia-Agricoltori Italiani per salvare la stagione di raccolta nei campi della penisola. Una pratica già utilizzata dalla Germania, come da altri Paesi europei, che nel Belpaese riguarderebbe 100.000 lavoratori comunitari, quasi tutti da Romania e Bulgaria, che vengono abitualmente reclutati dalle aziende, ma che così “rischiano di scegliere quest’anno i lander tedeschi”. Per Cia - Agricoltori Italiani è la misura più efficace, insieme al rinnovo urgente dei permessi di soggiorno (scadono il 30 aprile) per i 30.000 lavoratori extra-comunitari regolari, arrivati grazie ai passati decreti flussi. Tutto questo dopo l’insuccesso della sanatoria degli “invisibili”, che ha portato a soli 500 lavoratori agricoli regolarizzati sui 600.000 annunciati dalla ex ministra Bellanova. Delle 210.000 domande presentate, 30.000 riguardavano gli agricoli e di queste il 70% non aveva requisiti. Le pratiche sono state ulteriormente frenate da ostacoli burocratici e dalle norme anti-contagio.
Secondo Cia - Agricoltori Italiani, il protocollo di “quarantena attiva” ha già dato buoni risultati in autunno nelle Province autonome di Trento e Bolzano, che salvarono il raccolto delle mele facendo lavorare sui campi squadre di ragazzi dell’Est separate dagli altri italiani, senza contatti con la comunità locale per 14 giorni. La soluzione è obbligata perché nessun italiano nelle liste di disoccupazione raccoglie gli inviti dei produttori agricoli e l’opzione di una quarantena vera, ovvero pagati senza lavorare, non è sostenibile né per le aziende, né per l’operaio che la deve attuare anche al ritorno nel Paese d’origine. Il datore di lavoro viene responsabilizzato a seguire norme igieniche rigorose, col rischio che un solo contagiato blocchi le operazioni di raccolta, mandando all’aria un anno intero di lavoro.
Diverso il problema per il lavoro agricolo degli extracomunitari regolari, che hanno bisogno del rinnovo del permesso di soggiorno. Si rende quindi urgente la proroga dei permessi relativi al decreto flussi del 2019, che resta, ad oggi, l’unico provvedimento utile. Nel 2021 non è stato ancora emanato e nel 2020 è arrivato in forte ritardo, non producendo effetti: quasi tutte le pratiche sono bloccate perché i dipendenti pubblici lavorano in smart working e non possono convocare i lavoratori per i necessari controlli.
Per sbloccare l’emergenza manodopera, Cia - Agricoltori Italiani ha aderito all’iniziativa del noleggio di voli charter dal Marocco e dopo i primi 189 lavoratori già arrivati per diverse aziende del Fucino e del Veneto, domani atterreranno all’aeroporto di Pescara altri 144 lavoratori.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024