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DIETA & CERVELLO

Gli alimenti super processati possono intervenire sul nostro pensiero

Diversi studi internazionali svelano che cibi ricchi di zuccheri e grassi possono influenzare la cognizione fino a creare dipendenze
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I cibi super processati minacciano, oltre la linea, il pensiero, secondo diversi studi

La dieta è in grado di rimodellare il nostro cervello. “Il consumo quotidiano a breve termine di uno snack ad alto contenuto di grassi e zuccheri diminuisce la preferenza per un cibo a basso contenuto di grassi, aumentando contemporaneamente la risposta cerebrale ad un piacevole milkshake ad alto contenuto di grassi e zuccheri e migliorando, nel contempo, i calcoli neurali che supportano l’apprendimento associativo adattivo. Inoltre, e in linea con recenti dati preclinici, questi effetti sono osservati in assenza di cambiamenti nell’adiposità e nei marcatori metabolici in individui con peso sano, indicando una conseguenza diretta del cibo sul riarrangiamento dei circuiti cerebrali dedicati all’appagamento”. Il legame tra la dieta e le implicazioni che questa ha sul nostro benessere, così, si rafforza: non solo questo tipo di cibi stimola delle abitudini alimentari scorrette e dannose per il nostro fisico, ma adesso è addirittura in grado di regolare i nostri bisogni e le nostre capacità cognitive. Emerge da uno studio che ha visto partecipare studiosi da varie Università americane ed europee, dalla Svizzera alla Germania e dagli Usa al Canada, portato avanti da Alexandra DiFeliceantonio, Dana Small e colleghi. DiFeliceantonio dice che i cibi super processati sono in grado di creare dipendenza.
Questo studio, però, non è il primo a dimostrare correlazioni tra la dieta ed i meccanismi neurali, come scrivono i ricercatori. Dalla diminuita sensibilità alla percezione del grasso (probabilmente causato da un riarrangiamento delle cellule del gusto) a fronte di una dieta ricca di grassi, evidenziata in alcuni studi prospettici sull’uomo, alle implicazioni che alcuni nutrienti hanno su alcune capacità umane. Studi di euro-imaging, ad esempio, dimostrano che un consumo abituale di bevande zuccherate può variare le reazioni cortico-striatali, mentre un aumento di grassi saturi e monoinsaturi può influenzare le risposte dello striato durante lo svolgimento di un test di memoria di lavoro. Ci sono dati forti anche a supporto del fatto che l’obesità sia legata a risposte alterate dello striatum per ciò che riguarda stimoli legati al cibo e che questa influenzi le capacità di apprendimento associativo.
Il consumo ripetuto di cibo ad alto contenuto di grassi e zuccheri rispetto a quello isocalorico e che ne contiene una bassa percentuale, in assenza di cambiamenti nel peso corporeo o nello stato metabolico, può riconfigurare i circuiti cerebrali e indurre adattamenti neurocomportamentali. Cambiare l’ambiente alimentare e ridurre la disponibilità di cibi ad alto contenuto di energia con molti grassi e zuccheri è quindi un punto fondamentale per combattere la piaga dell’obesità e della dipendenza da cibo. Un’analisi recente di due revisioni sistematiche, comprendente 281 studi provenienti da 36 Paesi diversi, ha analizzato che la prevalenza complessiva combinata di dipendenza alimentare - e basati sulla Yfas, Scala di Dipendenza da Cibo di Yale - era del 14% negli adulti e del 12% nei bambini. Questa prevalenza riportata è simile ai livelli di dipendenza osservati per altre sostanze legali negli adulti (ad esempio, il 14% per l’alcol e il 18% per il tabacco), ma il livello di dipendenza implicita nei bambini è senza precedenti” si legge su una diversa ricerca alla quale Difeliceantonio ha partecipato, insieme ad Ashley Gearhardt e colleghi.
Numeri importanti e che portano a galla ulteriori conseguenze psicologiche e comportamentali, questa volta della dipendenza da alcuni alimenti (specie se con elevati livelli di carboidrati raffinati o grassi aggiunti, come dolci, snack salati ed altri cibi super processati) tra cui assunzione eccessiva, perdita di controllo sul consumo, intense voglie e continuato utilizzo nonostante l’insorgere di conseguenze negative.

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