Tra tutti gli eventi climatici che possono funestare la vigna, il più temuto dai produttori è senza dubbio la grandine. E con il riscaldamento globale, purtroppo, è un evento che si manifesta in maniera sempre più frequente, e spesso sempre più estrema, anche in Italia: una ricerca dell’Università di Monaco e del German Aeropsace Center, riportata dal portale specializzato 3BMeteo.it, per esempio, testimonia che, tra il 1979 ed il 2016, i casi di grandine maggiore di 2 cm di diametro per “chicco”, siano più frequenti su Nord Italia e coste adriatiche, oltre che su Romania, Sud Germania e Balcani. È ancora più facile, quindi, cedere alla tentazione di gridare subito alla “catastrofe” (che in alcuni casi, purtroppo, è reale), quando una grandinata colpisce qualche territorio del vino. Ma a volte, per fortuna, non è così, e i danni sono marginali, e non compromettono di certo le cose. Come è successo, per esempio, nei giorni scorsi, in due dei territori più prestigiosi del vino italiano, come Barolo e Bolgheri. Nel primo caso, è dovuto intervenire addirittura il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, a smentire gli allarmi catastrofici sollevati da più parti dopo la grandinata del 5 settembre, sottolineando che “allo stato attuale, nessuna delle Denominazioni tutelate dal Consorzio registra danni tali da compromettere in modo significativo e generale la vendemmia”, con l’area di produzione del Barolo toccata marginalmente, e quella del Barbaresco che non ha registrato nessun danno, mentre qualche cosa di più hanno subito vigneti di Dolcetto, Barbera e Moscato, ma a quanto pare non in maniera drammatica.
E anche a Bolgheri, per fortuna, la grandine dei giorni scorsi non ha lasciato segni particolari, come spiega a WineNews Federico Zileri, presidente del Consorzio Doc Bolgheri: “è stato coinvolto qualche vigneto, diciamo una trentina di ettari (su oltre 1.300 della denominazione, ndr), nella zona delle Sondraie, ma senza particolari conseguenze, con tanta acqua e poca grandine. Per rispetto di chi veramente subisce danni da grandine, diciamo che qui per fortuna è tutt’altra cosa. Anzi, se i prossimi giorni proseguiranno come quelli appena passati, in generale, abbiamo veramente grandi attese per questa annata, anche se le valutazioni, come sempre, vanno fatte alla fine”.
Insomma, attenzione sempre, prima nella prevenzione, poi nella valutazione dei danni. Consapevoli che a volte, valutazioni precipitose, e in negativo, possono fare più male della grandine stessa.
Nondimeno, se denominazioni e territori nel loro complesso, a volte, riescono a salvarsi, per alcune aziende mezz’ora di grandine può significare la perdita di un anno di lavoro. Come successo, tra le altre, alla celeberrima tenuta di Fontanafredda, nelle Langhe, quartier generale la galassia vinicola di Oscar Farinetti, costretta ad annullare la sua “Festa della Vendemmia”, in programma il 7 settembre. “Nella giornata di ieri (il 5 settembre, ndr) si è abbattuta su tutta la nostra tenuta una violenta bomba d’acqua e una terribile grandinata che ha colpito l’80% dei nostri vigneti. Il lavoro di un anno dei nostri ragazzi in campagna è stato vanificato in 20 minuti all’inizio della vendemmia.
Ci sono stati ulteriori danni per esondazione del nostro lago e per importanti infiltrazioni in altre
strutture aziendali. Per questi motivi, per motivi di sicurezza e per essere vicini alle altre aziende agricole colpite da questo evento atmosferico, riteniamo opportuno annullare la Nostra consueta “Festa della Vendemmia””, si legge in una nota firmata dall’ad Piero Bagnasco.
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