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NEL GIORNO DI DANTE

“Guarda il calor del sol che si fa vino, giunto a l’omor che della vite cola”: Dante e il vino

Ma anche Dante e la cucina italiana, perché non solo in occasione del “Dantedì” ma da sempre, l’enogastronomia omaggia il Sommo Poeta ed i suoi versi

“Guarda il calor del sol che si fa vino, giunto a l’omor che della vite cola”: sono questi i versi universalmente più belli dedicati al vino, perché attraverso la trasformazione dell’uva in vino Dante evoca nel Purgatorio l’anima umana che s’infonde nello spirito della natura. Il mistero stesso della vita. E se in occasione del “Dantedì”, la giornata nazionale in cui l’Italia celebra il padre della nostra cultura e della nostra lingua, il 25 marzo quando il Sommo Poeta immagina di iniziare il suo viaggio all’Inferno nella “Divina Commedia”, le dediche del wine & food a Dante Alighieri sono moltissime, forse mai come quest’anno in cui si celebrano anche i 700 anni dalla morte, da sempre l’enogastronomia omaggia i versi danteschi in cui il vino e il cibo, i loro piaceri e le loro metafore sono citati nel capolavoro della letteratura mondiale. Dove, se l’unico vino “chiamato” per nome è la Vernaccia, quasi sempre il vino è causa di vizio e peccato in quanto “terreno”, e non è diversa la sorte del cibo, se solo si pensa ai Golosi. Ma per Dante niente è sconosciuto, e il vino e il cibo dimostrano già tutta la loro importanza culturale e simbolica per l’Italia.
A racchiudere il senso dell’omaggio da parte del mondo del vino, è la limited edition d’artista di Sagrantino di Montefalco di Caprai la cui etichetta è un’opera dell’artista canadese Rick Rojnic che reinterpreta in chiave contemporanea il ritratto di Dante del ciclo di affreschi con le “Storie della vita di San Francesco” dipinte nel Quattrocento dal pittore rinascimentale Benozzo Gozzoli, e la cui vendita contribuisce a finanziare opere per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Montefalco con il progetto #Caprai4love, grazie al quale l’antico ritratto del poeta è stato restaurato. E se l’Italia del vino può vantare tra i suoi produttori i discendenti dello stesso Dante, i Serego Alighieri con le Possessioni Serego Alighieri in Valpolicella, dediche al poeta arrivano dai territori legati alla sua vita. Come la Toscana, dove il Brunello di Montalcino celebra il Poeta con “700”, un’edizione speciale del Poggio Cerrino 2015 di Tiezzi per il settecentenario dantesco. E sempre dalla Toscana c’è anche una vera tentazione per i golosi: “Infernvm”, una limited edition - solo 700 scatole numerate - per un percorso di degustazione in nove praline ispirato ai cerchi dell’Inferno, attraverso il cioccolato artigianale della sua isola, l’Elba, della “chocolatier” Paola Francesca Bertani. Senza dimenticare che le “Vie di Dante”, il “cammino slow” da Firenze a Ravenna attraverso i luoghi che Dante attraversò durante l’esilio, è tra le 30 Best in Travel 2021 del mondo per Lonely Planet, unica meta italiana, per la bellezza delle due città d’arte e la natura, ma anche grazie all’enogastronomia. Esilio del quale Dante canta le terre che l’accolsero, tra le Alpi e gli Appennini, il Lago di Garda e lungo il Po, e che sono anche quelle del Grana Padano, le cui “formai de grana” erano presenti sulle tavole già alla sua epoca, e che lo celebrerà al Festivaletteratura di Mantova, il 13 settembre, in occasione dell’anniversario della morte, con il patrocinio del Consorzio. Un’epoca, quella in cui Dante scrive la “Divina Commedia”, in cui il cibo e la sua preparazione iniziano ad avere maggiore presenza nella letteratura e nei ricettari, e si devono anche a questo i diversi riferimenti alla gastronomia nella sua opera. Come per le anguille (“e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e al Vernaccia” è il motivo per cui Papa Martino IV si trova tra i Golosi in Purgatorio), che insieme al pesce in gelatina, tipico piatto del giorno delle taverne, i brodetti e la lampreda bollita prima nel vino poi arrostita con erbe e spezie, sono protagoniste del menu medioevale con i piatti di pesce dell’epoca di Dante ricostruito da Fedagripesca-Confcooperativa, quando le tecniche di conservazione e lavorazione erano altre, ma non i sapori. Con un tributo al Sommo Poeta che, tra vino e arte, arriva anche dall’“Enoarte”, la tecnica di pittura con il vino rosso al posto del colore di Elisabetta Rogai, artista fiorentina nota a livello internazionale, il cui ultimo quadro è ispirato a Dante e alla “Divina Commedia”: “Dante infernale”.

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