“C’è addirittura il falso vino Marsala Made in China tra i numerosi prodotti alimentari e le bevande presenti nella black list stilata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e pubblicata dal dipartimento di Stato per il commercio”. Così Coldiretti, in riferimento all’escalation della guerra dei dazi con l’imposizione da parte degli Stati Uniti di una aliquota tariffaria al 10% su beni importati dal Dragone per 200 miliardi di dollari.
Accanto ai prodotti tecnologici, sottolinea l’organizzazione agricola, ad essere colpita è una lunghissima lista di prodotti alimentari, dalla frutta alla verdura, dal pesce al burro, dal miele alle uova, dal riso agli altri cereali, dai funghi ai tartufi e moltissimi altri prodotti tra i quali spicca anche il vino Marsala, tutelato dall’Italia con la Denominazione di Origine Controllata (Doc). “Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un caso eclatante di agropirateria che dimostra la diffusione di prodotti di imitazione in Cina che invadono i mercati internazionali dove tolgono spazi al vero made in Italy”.
“La produzione di vino in Cina - continua la Coldiretti - è in grande espansione a partire dagli anni ottanta ed ora è nella top ten dei principali produttori mondiali con 10,8 milioni di ettolitri, sullo stesso livello di Australia e Sud Africa. Il caso Marsala dimostra che occorre promuovere regole sul commercio globale che non tengano conto solo del fattore economico, ma anche del rispetto della proprietà intellettuale, dei diritti sul lavoro della tutela dell’ambiente e della salute”.
“Una necessità per combattere la concorrenza sleale con il falso made in Italy agroalimentare che fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
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