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VINO & CULTURA

“Harmonia Mundi”, l’ultimo frutto della vite in Laguna, dal vigneto urbano più antico di Venezia

Uno spumante, in edizione limitata, il primo prodotto, grazie al know how di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, a San Francesco della Vigna

Quanto è ricca Venezia di vigneti antichi, dove, dal tempo dei Dogi e della Serenissima, non si è mai smesso di produrre vino o se ne è riscoperta la tradizione, in Laguna, come raccontiamo, da sempre, su WineNews. L’ultimo progetto, in ordine di tempo, nasce nel vigneto urbano più antico di Venezia, che da 800 anni, si trova a San Francesco della Vigna, in Campo San Francesco della Vigna, nel Sestriere Castello. Un complesso che ospita il Convento dei Frati Minori, l’Istituto di Studi Ecumenici, la Biblioteca - che conserva e cataloga il patrimonio librario veneto della Provincia S.Antonio dei Frati Minori - e tre chiostri, di cui uno dedicato alla coltivazione di erbe aromatiche, uno alla raccolta dell’acqua piovana poi usata per l’irrigazione, e uno a vigneto. A curarlo in prima persona e con il suo know how agronomico, dal 2019, è Santa Margherita, che, oggi, ne ha svelato l’ultimo frutto: “Harmonia Mundi”, primo spumante prodotto dalle uve del Convento in edizione limitata di 1.107 bottiglie numerate per il millesimo 2022.
Un vino unico, fatto a Venezia per Venezia, capace di racchiudere il misticismo dei luoghi di preghiera e l’essenza del territorio lagunare. E che non uscirà dalla Laguna, perché destinato agli hotel più esclusivi della Serenissima, cinque stelle e luxury, meno di 20 insegne, dove si farà ambasciatore della storia e della cultura della viticoltura lagunare e veneta, perché chi lo acquisterà (a 150 euro alla carta, con una bottiglia serigrafata le cui nuances blu e dorate si ispirano ai riflessi delle luci che di notte si specchiano nelle acque dei canali, racchiusa in un cofanetto realizzato con legni di briccole dismesse, ulteriore tributo alla città sul Canal Grande), avrà la possibilità di vivere l’esperienza unica di visitare il vigneto di San Francesco alla Vigna, che è un Convento di clausura, e, dunque, non aperto al pubblico.
“Harmonia Mundi” è uno spumante Metodo Charmat che trae la sua finezza e complessità grazie ad una sosta prolungata sui lieviti di almeno sei mesi, unitamente ai vitigni nobili che ne danno i natali: Glera e Malvasia, i varietali bianchi più diffusi in Veneto dai tempi della Serenissima - e che da qui si sono diffusi nel mondo - reimpiantati a San Francesco della Vigna dagli agronomi di Santa Margherita nel 2019. Un vino che riporta in auge le tradizionali tecniche di coltivazione del passato, quali l’allevamento delle viti ad alberello, la lavorazione esclusivamente manuale in vigna e la valorizzazione della biodiversità grazie alla semina di varietà di fiori perenni che inframezzano i filari con le loro caleidoscopiche infiorescenze. Con la prima vendemmia, svoltasi il 30 agosto 2022, sono stati prodotti 1.107 esemplari di eleganti e raffinate bottiglie numerate: un numero simbolico, che riprende i metri lineari lungo i quali si dipana il vigneto, multiplo di 369 che, composto da 3, 6, 9, evoca la Trinità.
La produzione di questo vino è il frutto del processo di riqualificazione dei vigneti che abitano i chiostri del convento fin dal 1253: un ambizioso progetto volto a suggellare lo storico legame tra l’iconico marchio vinicolo veneto e la città Venezia, la sua natura unica al mondo, la gente che ancora vi abita e la viticoltura biologica. Una relazione nata quasi un secolo fa, quando il fondatore di Santa Margherita (nel 1935), il Conte Gaetano Marzotto, scelse l’entroterra veneziano per dar vita a una vera e propria rivoluzione dell’agroindustria italiana che ha condotto in poche decadi alla nascita di uno dei marchi enologici italiani più famosi nel mondo, oggi di proprietà dei quattro fratelli della terza generazione di famiglia Gaetano, Stefano, Luca e Nicolò Marzotto. E “cuore” di un Gruppo Vinicolo che, tra le realtà più importanti del vino italiano mette insieme più di 700 ettari di vigneti in 10 Tenute, dal Veneto Orientale al Conegliano-Valdobbiadene, dal Trentino-Alto Adige al Lugana, dal Franciacorta al Chianti Classico, dalla Maremma a Sicilia e Sardegna, con i brand Santa Margherita, Torresella, Kettmeir, Ca’ del Bosco, Cà Maiol, Lamole di Lamole, Vistarenni, Sassoregale, Terrelíade e Cantina Mesa, per una produzione di oltre 27 milioni di bottiglie vendute nel 2023 in oltre 90 Paesi (con una quota export che supera il 70%, con particolare focus su Italia, Canada, Germania e Usa, dove opera la società d’importazione e distribuzione Santa Margherita Usa Inc., con sede a Miami, e si trova la Tenuta Roco Winery in Oregon da poco annessa al mosaico enologico del Gruppo), e un fatturato di 255 milioni di euro.
Un luogo magico, tra le numerose Tenute del Gruppo, perché, “per noi di Santa Margherita - spiega Stefano Marzotto, vicepresidente Santa Margherita Gruppo Vinicolo, nella presentazione con l’ad Andrea Conzonato (presto audio su WineNews, ndr), l’enologo del Gruppo Vinicolo Massimiliano Luison, che curatore il progetto, e i frati del Convento (che oggi sono sette, ndr) - il recupero dei vigneti urbani rappresenta una delle iniziative più importanti che oggi il mondo del vino può, e deve, fare per mantenere saldo e vivo il legame con la propria storia, le proprie radici e le proprie tradizioni. I vigneti sono stati parte integrante della vita e del panorama delle nostre città, ne rappresentavano una componente economica essenziale, ne caratterizzavano l’urbanistica e l’organizzazione sociale. È stato così anche a Venezia che, sebbene limitata nella sua superficie emersa, ha coltivato per secoli la vigna nel proprio centro storico. San Francesco della Vigna, che affonda le sue radici nel XIII secolo, è una delle ultime memorie di questa presenza in centro storico. È, dunque, motivo di grande orgoglio essere intervenuti per un loro riassetto e riutilizzo, con l’obiettivo di dare ulteriore slancio e lustro all’unicità di questo terroir firmando i natali del nuovo spumante “Harmonia Mundi””.

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