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BILANCI

I bilanci delle cooperative, tra i fasti del 2019 e le difficoltà del 2020, “salvano” il vino

Da Cantina di Soave a Moncaro, da Caviro a Mezzacorona, da Cavit a Vecchia Cantina di Montepulciano, da Terre Cevico a Cantina di Valpolicella Negrar
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Il Lavoro delle Cooperative del vino, che chiudono il 2020 in positivo

In un mondo del vino che si appresta, dopo 30 anni di crescita continua ed inarrestabile, specie grazie al traino dell’export, a chiudere il 2020 in territorio negativo, le buone notizie, per quanto parziali, arrivano dal mondo della cooperazione. Dove, come di consueto, molti dei principali gruppi del vino italiano, hanno chiuso il bilancio in corrispondenza dell’esercizio 2019/2020, ossia a cavallo tra gli ultimi sei mesi di un ottimo 2019 ed i primi sei mesi di un difficilissimo 2020. La somma delle due tendenze, alla fine dà come risultato una sostanziale tenuta. Anche perché, il vino prodotto dalle cooperative del Belpaese ha come canale preferito la Gdo, italiana ed estera, che non ha patito gli effetti della pandemia, al contrario.
Ultimo gruppo ad approvare il bilancio, la Cantina di Soave, che ha chiuso con un utile di esercizio di 500.000 euro, per un bilancio 2019/2020 di 121 milioni di euro,
tutto sommato soddisfacente, e una liquidazione complessiva delle uve pari a 52,5 milioni di euro, pari ad una redditività media per ettaro di oltre 9.000 euro. Anche la cooperativa marchigiana Moncaro chiude il bilancio con un dato in controtendenza, che vede il fatturato salire a quota 27 milioni di euro nell’anno fiscale chiuso al 31 luglio 2020, in crescita di oltre il 4% rispetto all’anno precedente. Il bilancio mostra dati in crescita anche sul fronte del margine operativo lordo che si attesta al 9,8%, con un utile pari a 138.000 euro e un patrimonio netto che aumenta di 7,8 milioni di euro. Numeri positivi anche per gli 800 soci della cooperativa, che hanno visto salire il prezzo delle uve conferite fino a 51,50 euro al quintale, un dato in netta crescita, che va incontro all’esigenza di una sempre maggiore remunerazione della materia prima e del lavoro agricolo.
Positivo anche il bilancio di Caviro, la più grande cooperativa vinicola d’Italia (proprietaria di brand come Tavernello e Leonardo da Vinci) che ha chiuso con una crescita di fatturato del 10%, a 362 milioni di euro (con il bilancio chiuso al 31 agosto 2020), un utile di esercizio di 4,4 milioni di euro, ed un patrimonio netto assestato su 89,2 milioni di euro. L’Ebitda sfiora i 27 milioni di euro, con una incidenza del 7,4% sul fatturato, la posizione finanziaria netta passa da 53,6 milioni di euro a 51,2 milioni di euro, grazie alla riduzione del circolante operativo, con ricavi che arrivano al 69% dal vino, al 21% da alcol, mosti e acido tartarico, al 10% da energia e ambiente, con investimenti che ammontano a 24,5 milioni di euro. Merito della crescita della gdo, dove è fortissima, della diversificazione dei mercati, a livello di Paese e canali, e della capacità di adattarsi alle esigenze di una fase difficilissima, convertendo parte della produzione in alcol, di cui c’è stato enorme richiesta soprattutto nella prima fase dell’emergenza Covid.
Buone notizie dal Gruppo Mezzacorona, una delle realtà della cooperazione vinicola più virtuose del Belpaese, che attraverso 1.600 viticoltori soci sovrintende ad un mosaico di 2.800 ettari di vigneto in Trentino Alto Adige e più di 700 ettari di vigneto in Sicilia: al 31 luglio 2020, i numeri del fatturato sono in crescita del +3,7% sul 2019, a quota 193,6 milioni di euro, per un utile netto di 2,4 milioni di euro (in calo a causa, in particolare, dell’aumento della tassazione), con il conferimento ai soci che si attesta a 63,5 milioni di euro, con una resa per ettaro, comunque notevole: 18.515 euro ad ettaro.
Restando in Trentino, da Cavit, consorzio di secondo grado che raggruppa 11 cantine cooperative di primo livello (con l’ingresso, a fine 2019, della Cantina di Lavis e Valle di Cembra, che ha ampliato la compagine sociale, per un totale di oltre 5.250 viticoltori associati), guidato da Enrico Zanoni, il bilancio si chiude con un fatturato consolidato di 209,7 milioni di euro, che recepisce i risultati delle società neo-acquisite solo per il periodo temporale post acquisizione, dal 1 gennaio 2020 al 31 maggio 2020, segnando un incremento del +9,5% sull’esercizio precedente.
Esercizio 2019/2020 chiuso in crescita anche per la Cantina di Valpolicella Negrar, tra le realtà più importanti del territorio, diretta da Daniele Accordini, e che ha riconfermato Renzo Bighignoli e Gianmichele Giacopuzzi, come presidente e vice presidente. Il fatturato consolidato è stato di 38,2 milioni di euro, +6,7% sul precedente esercizio. Una crescita dovuta all’aumento di vendite nella Gdo, sia italiana (+18%) che estera (+15,2%), alla diversificazione dei canali di vendita - nella seconda metà dell’esercizio, a far da contraltare al calo di vendite occorso nei punti vendita chiusi per l’emergenza Covid, c’è stato il raddoppio delle vendite nel canale e-commerce, attivo fin dal 2016 - e all’acquisizione di nuovi mercati esteri.
Numeri complessivi in calo, ma con voci importanti in crescita, invece, quelli di Terre Cevico, consorzio romagnolo da 7.000 ettari e 5.000 soci, che ha confermato Marco Nannetti alla presidenza: il fatturato aggregato (1 agosto 2019 - 31 luglio 2020) è di 159 milioni di euro, in calo rispetto ai 167 del 2018/2019, ma cresce a 72 milioni il patrimonio netto, e soprattutto l’export, che tocca quota 52 milioni di euro rispetto ai 49 dell’esercizio precedente, mentre il plusvalore riconosciuto ai soci è di 7,1 i milioni. Di rilievo, sottolinea Terre Cevico, soprattutto la crescita dell’export (era di 49,3 milioni nello passato esercizio), in tempi di lockdown e di difficile situazione internazionale, con vendite in 67 paesi e quattro mercati in evidenza: Cina (primo esportatore italiano), Giappone (secondo esportatore), Stati Uniti e Russia. In evidenza il segmento del vino biologico di Terre Cevico che vede valori ancora in crescita. Venduto in 40 Paesi del mondo, oltre all’Italia, il dato di crescita indica +35%.
Infine, in Toscana, in uno dei territori più prestigiosi, quello del Nobile di Montepulciano, la Vecchia Cantina di Montepulciano chiude il bilancio 2019/2020 (ancora in attesa di approvazione formale da parte dei soci, ndr), al 31 agosto 2020, con un +12% dei fatturati, sopra i 12 milioni di euro: “nel 2019 - anticipa il presidente della Vecchia Cantina di Montepulciano, Andrea Rossi, a WineNews - avevamo chiuso con un fatturato di 10,5 milioni di euro, e questo risultato, in chiara controtendenza rispetto all’economia globale, che fa i conti con gli effetti della pandemia, è in linea con i nostri obiettivi. Nei 12 mesi in esame siamo cresciuti sia sui mercati esteri che su quello interno, e la valorizzazione dei conferimenti ai soci (relativa alla vendemmia 2019, ndr) è arrivata a 5,25 milioni di euro il 5% in più della campagna precedente. Un buon risultato, ma vogliamo arrivare a 6 milioni di euro, per dare la giusta soddisfazione ai nostri soci e garantire una maggiore marginalità al loro lavoro”. E non finisce qui, perché i dati del primo quadrimestre del bilancio in corso (Settembre-Dicembre 2020) mostrano “una ulteriore crescita, addirittura del +24% sullo stesso periodo del 2019, per un giro d’affari che supera i 5 milioni di euro. Sul 2018, il fatturato del quadrimestre è cresciuto addirittura del +51%”, conclude Andrea Rossi.

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