- I consumi in Asia esploderanno nei prossimi 10 anni
Il consumo di vino in Asia dovrebbe crescere del 45% nei prossimi dieci anni. La previsione è contenuta in una ricerca realizzata in occasione di Vinexpo Asia-Pacifico, la manifestazione che si terrà a Hong Kong nel mese di maggio. Sempre secondo lo studio i consumatori asiatici berranno 921 milioni di litri di vino all’anno, equivalenti a 1,3 miliardi di bottiglie e pari al 4% del consumo mondiale. L’incremento riguarda principalmente i vini con un prezzo superiore ai 4 Euro la bottiglia, destinato ad aumentare del 42% mentre per i vini al di sotto di questa fascia di prezzo l’aumento sarà del 33%. La crescita del consumo di vino prevedibilmente farà calare fino al 13% quello di bevande tradizionali prodotte con la frutta o con il riso. In Giappone la crescita nei consumi sta rallentando: dopo aver fatto registrare un aumento del 21% tra il 1999 e il 2004, si stima che aumenterà solo del 3,4% nei prossimi 5 anni. Attualmente il mercato Giapponese è il numero uno in Asia in termini di valore e il secondo per i volumi dopo la Cina.
(fonte: www.wines-info.com)
- Grape Radio sbarca in Europa
Grape Radio, il podcast settimanale dedicato al vino dopo il successo ottenuto oltre Atlantico sbarca anche in Europa. Prodotta da Brian Clark e dall’imprenditore Jay Selman con la Willnick Productions, la trasmissione è diffusa via Internet e può essere seguita attraverso il lettore MP3. Secondo gli autori dovrebbe raggiungere un pubblico di 50.000 persone entro la fine dell’anno. Marc Perrin ha appena sottoscritto un accordo con gli ideatori di GrapeRadio per importare il programma in Europa. Già sin d’ora sul sito graperadio-europe.com ci sono due interviste, con Xavier de Volontat, presidente dei Vignerons Indipendent e con Enrico Bernardo, migliore sommelier del mondo. Perrin, conosciuto nel mondo del Web e del vino per la creazione di Vinternet e Wine e Co, venduto nel 2000 al gruppo Europ@web di Bernard Arnault, produrrà GrapeRadio-Europa. Per il momento GrapeRadio-Europa si occuperà soprattutto di vini e vigneti francesi, dedicando comunque attenzione alle altre realtà vinicole dell’ Unione Europea.
(fonti: www.podcastdirectory.com e www.graperadio-europe.com)
- Le migliori performances sul mercato Usa
Secondo il “2005 Table Wine Top 30 Brand Performers” il rapporto annuale preparato dalla Iri (Information Resources, Inc.), azienda multinazionale leader nella fornitura di informazioni di mercato nel settore delle bevande alcoliche ha pubblicato uno studio sulle marche più presenti nel mercato USA. Per elaborare la classifica IRI ha preso in considerazione parametri quali l’incremento delle vendite in volume, lo sviluppo della crescita, l’efficacia del merchandising, i profitti realizzati, ecc. Fortissima la presenza californiana mentre spicca la presenza al II e al III posto, rispettivamente della trentina Cavit e della australiana Yellow Tail tra le prime 10: 1 Smoking Loon (Don Sebastiani & Sons), 2 Cavit (Italia), 3 Yellow Tail (Australia), 4 Barefoot (California), 5 La Crema (California), 6 Red Bicyclette (Gallo, California), 7 The Little Penguin (Australia), 8 Crane Lake (California), 9 Robert Mondavi Private Selection (California), 10 Beringer (California). La grande maggioranza dei vini presi in esame sono della categoria premium e sono venduti ad un prezzo superiore a 4,5 € la bottiglia.
(fonte: http://us.infores.com)
- In Sud Africa nasce Women in Wine
Women in Wine, la prima azienda vinicola diretta da donne è stata ufficialmente presentata durante Cap Wine 2006 la fiera biennale dedicata al vino. Women in wine è stata creata da un gruppo di 20 donne di colore, operatrici a vario titolo nel settore e provenienti da varie zone del paese, per dare alle donne e soprattutto a quelle che lavorano in vigna la possibilità di diventare “azioniste” di un’azienda vinicola. La proprietà dell’azienda è in mano a circa 500 donne che lavorano in vigna o nel settore della ristorazione. “Fino ad oggi le donne hanno contribuito in maniera significativa allo sviluppo dell’industria vinicola nella regione del Capo, senza che ne abbiano tratto alcun vantaggio” ha deplorato Beverley Farmer, fondatrice e direttrice generale della nuova società. Rompendo con il modello tradizionale di cantina che parte dal principio che per fare un buon vino bisogna possedere vigneti, una cantina ed una grossa società di export, Women in Wine basa la propria strategia di sviluppo sulla parternership di qualità con i differenti attori della filiera. Come Boland Kelder che ha già prodotto i due primi vini di Women in Wine con il marchio Eden’s Vineyard.
(fonte: www.wine.co.za)
- In Cina aumenta la produzione di vino ma crescono anche le importazioni dall’estero
Negli ultimi anni la produzione di vino in Cina ha conosciuto uno sviluppo costante. Secondo le cifre fornite dall’Ufficio Statistico di Stato la produzione è passata dai 3,43 milioni di ettolitri nel 2003 (+13,5% sul 2002) a 3,93 milioni di ettolitri nel 2004 (+14,7). Una crescita vertiginosa se si pensa che 1980 la quantità di vino prodotto nel paese era di ‘solo’ 0,78 milioni di ettolitri. Negli ultimi 10 anni anche i nuovi impianti sono aumentati in maniera significativa, la qualità e la sicurezza della produzione si avvicina agli standard internazionali. Ma le vigne sono in genere piccole e ancora oggi su oltre 500 produttori di vino del paese solo 120 possono esser considerati di media o grandi dimensione. Numeri e dimensioni scarsi se paragonati alle imprese che producono le altre bevande alcoliche.
(fonte: www.vitisphere.com)
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