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VINO & INVESTIMENTI

I fine wines con le migliori performance del 2025: guida Château Rayas, Soldera Case Basse n. 5

L’analisi WineCap: Châteauneuf-du-Pape (Rodano) ai primi due posti, un unico italiano in top 10. Per i vini pregiati si prevede un 2026 di solidità

Un podio dominato dal Rodano con Château Rayas al n. 1 con il suo Châteauneuf-du-Pape 2011 che segna una performance, da gennaio a novembre 2025 del +66,7% (equivalenti a 13.000 sterline a cassa), stessa etichetta, ma vendemmia 2010, al n. 2 (+53,1%, 15.000 sterline a cassa) del ranking (i prezzi hanno reagito in modo molto deciso alla scomparsa del proprietario Emmanuel Reynaud a novembre), davanti al Cote Rotie Château d’Ampuis 2019 di E. Guigal che ha registrato un rialzo del 39,9% (979 sterline a cassa). Posizione n. 4 per Domaine de La Romanée-Conti La Tâche Grand Cru 2018, mito della Borgogna (+36,5%, 62.000 sterline a cassa), e n. 5 per l’unico vino italiano, il Soldera Case Basse 100% Sangiovese 2013 (+35,7%, 8.820 sterline a cassa), gioiello di Montalcino e della Toscana enoica, e che continua la propria brillante performance (era n. 10 nel ranking del primo semestre), tanto che nell’ultimo decennio i suoi prezzi sono aumentati di un +224%, ben al di sopra di quelli dei Supertuscan. Questa la top 5 dei vini più performanti del 2025 (da gennaio a novembre) secondo WineCap, realtà specializzata nei fine wines, e che afferma come le performance migliori dell’anno si siano concentrate in poche regioni chiave. Il Rodano ha dominato la classifica con il 50% dei vini top, seguito da Borgogna (30%), Toscana (10%) e Sauternes (10%).
La classifica prosegue, infatti, al n. 6 con un altro vino di spicco del Rodano, il Paul Jaboulet Aine Hermitage La Chapelle Rouge 2014 (1.130 sterline a cassa, +34,5%), al n. 7 si posiziona Domaine de La Romanée-Conti Échézeaux Grand Cru 2020 (+31,3%, 26.000 sterline a cassa), e si resta in Borgogna al n. 8 con Coche-Dury Meursault 2015 (+27,3%, 9.100 sterline a cassa). A chiudere la top 10, al n. 9, Château d’Yquem Premier Cru Superior 2014 (+24,9, 2.760 sterline a cassa), Sauternes, perla bianchista francese, e, al n. 10, ancora Rodano con Clos de Papes Châateauneuf-du-Pape Rouge 2019 (+24,5%, 685 sterline a cassa). Dunque, se l’anno che sta per terminare non è stato memorabile per i vini pregiati, c’è anche chi cresce con numeri da doppia cifra.
A livello generale, il mercato dei fine wines, secondo WineCap, nel 2025, ha presentato un quadro “che mostra segni di ripresa dopo tre anni di flessione”, aggiungendo che il 95% dei gestori patrimoniali nel Regno Unito e negli Stati Uniti ha affermato che il vino pregiato rimarrà un bene da collezione ad alte prestazioni, nonostante l’incertezza politica e le fluttuazioni dei tassi di interesse. In entrambi i Paesi, il vino pregiato è stato considerato uno dei migliori investimenti alternativi, superando altri beni di lusso come arte, orologi, whisky e borse. La stabilità, per i vini pregiati, è tornata nel luglio 2025, quando Stati Uniti e Ue hanno concordato un dazio del 15% sull’export di vino europeo, molto più contenuto della minaccia dei dazi al 200%. Da quel momento, gli acquirenti sono rientrati nel mercato, in particolare nelle regioni inizialmente più colpite, come Champagne e Spagna, che sono state tra le prime a riprendersi, spiega WineCap. Anche il Rodano ha visto una domanda più forte e le annate “fuori mercato” a Bordeaux hanno registrato un andamento positivo. Anche il mercato italiano dei vini pregiati ha registrato un andamento positivo, con la Toscana che ha guadagnato terreno grazie all’interesse degli investitori per il Brunello di Montalcino ed i Supertuscan come Sassicaia, Ornellaia e Masseto. La performance dei principali vini piemontesi, tuttavia, è rimasta più debole, spiega WineCap, e “ciò è dovuto alla preferenza degli investitori per regioni con un più ampio riconoscimento internazionale e una maggiore liquidità nell’attuale contesto economico. In California, la domanda globale e il forte branding hanno alimentato il crescente interesse per etichette come Opus One e Screaming Eagle”.
Guardando al presente, ma con un occhio al futuro, WineCap sottolinea che “nell’ultimo trimestre 2025, il mercato dei vini pregiati ha iniziato a emergere dalla sua fase di recessione più prolungata degli ultimi dieci anni. La ripresa rimane disomogenea e non può ancora essere definita completa. Tuttavia, gli indicatori di fondo suggeriscono che le basi per il 2026 saranno più solide”. Quali regioni dovrebbero guidare la ripresa nel 2026? Champagne, Toscana, Napa Valley, Rodano e Bordeaux, sembrano, secondo WineCap, essere le candidate più chiare per un primo slancio. In ogni caso appare “probabile che la diversità plasmi la prossima fase della ripresa. Con la continua evoluzione del vino pregiato, che si è trasformato in uno strumento di portafoglio mainstream, gli investitori amplieranno la loro attenzione oltre le blue-chip. Questo cambiamento è supportato dalla rapida modernizzazione del settore. Reti di distribuzione globali ampliate, maggiore trasparenza, iniziative di sostenibilità e un migliore accesso ai dati stanno rendendo il vino pregiato più accessibile. Il settore deve ancora affrontare una sfida di immagine, ma un’innovazione significativa sta contribuendo a rimodellare la percezione. Le basi per una ripresa lenta, sostenibile e più ampiamente distribuita sono ormai state gettate. Per gli investitori a medio-lungo termine, si prevede che il 2026 offrirà opportunità più chiare, un sentiment migliore e un insieme più diversificato di percorsi di crescita rispetto agli anni volatili immediatamente precedenti”.

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