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BOLLICINE ITALIANE

I francesi amano il Prosecco: nel 2019 export verso l’Esagono a +8%. Lo studio Wine Monitor

A WineNews il direttore Denis Pantini: “è il chiaro segnale che Champagne e Prosecco coesistono, sono due prodotti profondamente diversi”
PROSECCO, Italia
Il Prosecco alla conquista della Francia

Il rapporto con i cugini d’Oltralpe non si può certo semplificare in un semplice “Italia contro Francia”, perché non renderebbe giustizia alle somiglianze culturali che ci legano storicamente, e, soprattutto a livello di consumi, non fotograferebbe la realtà dei fatti. Sì perché l’Esagono, patria di grandi vini e delle prestigiose bollicine dello Champagne, è anche amante sfegatato del Prosecco, le bollicine italiane più famose nel mondo: dopo averlo inserito, quasi un anno fa, nel celebre Le Petit Robert, il più celebre dizionario francese, la Francia è diventato il terzo Paese di destinazione dell’export frizzante del Belpaese, dopo Regno Unito e Stati Uniti. A dirlo, i dati dello studio firmato da Nomisma Wine Monitor, fatta per il Prosecco Doc, e raccontata, a WineNews, dal responsabile della ricerca Denis Pantini.
“L’onda lunga dei consumi e delle importazioni di spumanti è continuata anche nel 2019: nei primi 11 mesi dell’anno, le spedizioni hanno registrato una crescita delle spedizioni, in termini di valore, del +8%, contro il 3% dei vini fermi sullo stesso periodo - spiega Pantini - e questo è il primo dato che serve a disegnare il panorama mondiale delle bollicine tricolori, da sempre locomotiva dell’export enoico italiano. Da sottolineare, però, è come sia sempre il Prosecco ad essere il motore che dà slancio al settore”. Motore, che sempre nel periodo gennaio-ottobre 2019 ha dato una spinta del +12%, e che in Francia ha registrato una crescita del 35%. “Per dare due numeri - continua Pantini - di riferimento: nei primi 11 mesi 2018 sono state esportate 11 milioni di bottiglie di Prosecco, mentre nel 2019, nello stesso periodo, sono 17 milioni”.
I numeri, quindi, di fatto smentiscono la contrapposizione tra Champagne e Prosecco, rendendo chiaro di fatto come non solo la coesistenza sia possibile, ma sia anche ben voluta e ricercata, in un mercato maturo e consapevole come quello francese, che proprio grazie all’amore per il Prosecco ha superato lo storico importatore di vino italiano che è la Germania, facendolo scendere al quarto posto nella classifica delle mete principali delle spedizioni enoiche del Belpaese. E la coesistenza è dovuta proprio alla sostanziale differenza che c’è tra Champagne e Prosecco: “personalmente non li metterei mai sullo stesso piano - dice Denis Pantini - sono due prodotti estremamente diversi. Nella nostra ricerca, abbiamo anche chiesto ai consumatori d’Oltralpe come descriverebbero il Prosecco, ed è emerso come sia considerato simbolo di moda, convivialità, divertimento e ovviamente qualità. Il Prosecco, in Francia ma anche nel mondo, è ormai il simbolo dell’aperitivo, specialmente quello glamour, e di fatto - conclude - è il vino dei giovani”.

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