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LAVORO

I lavoratori fragili nella filiera del vino, tra sostenibilità, benessere sociale e qualche inciampo

“Il Ruolo dei Distretti Territoriali nelle Politiche di Integrazione dei Migranti”: i contenuti del convegno di Equalitas, Federdoc e Luci sul Lavoro
EQUALITAS, FEDERDOC, IMMIGRAZIONE, INTEGRAZIONE, LAVORO, vino, Italia
Il progetto di sostenibilità sociale di Caprai

I “lavoratori fragili”, e quindi gli stranieri, specie richiedenti asilo, ma anche titolari di permessi di protezione, nel mondo del lavoro sono spesso soggetti a gravi carenze contrattuali, basse retribuzioni, mancato rispetto degli orari ed altri disagi, spesso riconducibili, nell’ambito dell’agricoltura, alla piaga del caporalato. Situazioni di illegalità che riguardano, certe volte, anche il comparto enoico, delineando un problema che non si può considerare sistemico, che scaturisce da una sostanziale mancanza della cultura del lavoro come leva di benessere sociale e produttivo, e rispetto al quale i consumatori e i player si dicono pronti ad escludere le filiere che non dimostreranno trasparenza su questi temi, infliggendo di fatto una pesantissima sanzione a chi non rispetti il benessere dei lavoratori. Ecco gli atout emersi da “Il Ruolo dei Distretti Territoriali nelle Politiche di Integrazione dei Migranti”, convegno in materia di integrazione sociale dei migranti nei distretti produttivi del vino, di scene a Montepulciano e promosso da Equalitas, Federdoc e Luci sul Lavoro, cui hanno preso parte Riccardo Ricci Curbastro (presidente Equalitas), Jean René Bilongo (presidente Osservatorio Placido Rizzotto), Pierpaolo Sirch (Geovinea e Vigna Service), Remo Grassi (ad Banfi e Presidente Fondazione Territoriale del Brunello di Montalcino), Marco Caprai (Arnaldo Caprai) e il dg Oxfam Italia, Roberto Barbieri.

Al centro del dibattito, le sfide che le aziende produttrici si trovano a fronteggiare, ma anche le opportunità che queste possono cogliere in ottica di sostenibilità circolare, benessere sociale e modelli aziendali virtuosi. Tra gli argomenti toccati, le criticità e gli indicatori su cui lavorare per lo sviluppo di nuovi contratti e regolamenti che rendano il lavoro una forma di integrazione sociale, ma anche di valorizzazione dei territori a forte vocazione agricola e vitivinicola. Come hanno sottolineato i relatori, la trasparenza da parte delle aziende vinicole è fondamentale per far crescere diffusamente la qualità e la cultura del lavoro, e giocano un ruolo particolarmente importante, nel tutelare i diritti dei lavoratori, i distretti del vino e del lavoro agricolo in generale, specie nelle aree in cui la produzione vitivinicola rappresenta la principale rete economica e sociale del territorio (come l’interno della Toscana, le Langhe o l’Etna). Altro aspetto rilevante, quello della decrescita demografica in Europa, che può porre una questione di competizione tra territori per attrarre risorse umane, rivolgendosi proprio ai migranti, che lavorando nelle aziende vivono la possibilità di integrarsi nelle comunità e nei territori in maniera armonica.

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