Il Ristorante dell’Anno, è il LuMi, vista baia di Sydney, regno dello chef Federico Zanellato, classe 1980 e di una cucina italiana con contaminazioni e vini tra tanta Italia ed Australia; lo Chef dell’Anno è Michele Farnesi, 29 anni, toscano, formatosi alla tristellata Osteria Francescana dello chef n. 1 al mondo Massimo Bottura, e oggi guida il bistrot di cucina d’autore Dilia, a Belleville; l’Apertura dell’Anno, è il Don Alfonso a Toronto, nuovo indirizzo della famiglia Iaccarino nel mondo, dopo Macao e Nuova Zelanda, con in cucina lo chef Daniele Corona e in cantina oltre 700 referenze. Sono questi alcuni dei Premi Speciali della Top Italian Restaurants 2019, edizione n. 2 della guida online del Gambero Rosso ai migliori ristoranti italiani nel mondo (500 da oltre 35 Paesi). E tra i quali ci sono anche la Carta dei vini dell’Anno, dell’Osteria del Becco a Città del Messico, dove Rolly Pavia custodisce un caveau di sole bottiglie italiane, una collezioni tra le più ricche al mondo,grazie a 30.000 etichette dal dopoguerra a oggi; la Pizzeria dell’Anno, Song’ e Napule a New York, di Ciro Iovine, che porta nella Grande Mela materie prime di altissima qualità, dal pomodoro San Marzano al fiordilatte di Agerola; e il Business Innovation Award, al Luigia, progetto e format di successo di Enrico Coppola e Luigi Guarnaccia centrato sulla pizza gourmet, una carta di vini importante, e dipendenti-soci, da Ginevra a Nyon, da Losanna a Dubai e Friburgo.
Le Tre Forchette? All’8 1/2 Otto e Mezzo Bombana dello chef Umberto Bombana e al Grissini con ai fornelli Alessandro Cozzolino, entrambi ad Hong Kong, all’Aromi di Riccardo Lucque, punto di riferimento della cucina italiana a Praga, e al Don Alfonso a Toronto. Quindi, Il Ristorante Luca Fantin di Luca Fantin a Tokyo e la celebre Locanda Locatelli di Giorgio Locatelli a Londra; dal Mio con lo chef Aniello Turco al Four Seasons Pechino al The Artisan by Enoteca Pinchiorri con Luca Tresoldi a Dubai, dall’Acquarello di Mario Gamba a Monaco al Buona Terra di Denis Lucchi a Singapore, dall’Era Ora con la coppia di chef Antonio di Criscio e Andrea Miacola a Copenhagen all’Heinz Beck a Chiyoda-ku - Tokyo guidato da Giuseppe Molaro. E accanto al LuMi, ci sono anche La Scala a Bangkok con lo chef Davide Tamburini, il Pelago Ristorante a Chicago con Mauro Mafrici e l’Acquerello a San Francisco con la chef Suzette Gresham e Giancarlo Paterlini, Cioppino’s Mediterranean Grill a Vancouver di Pino Posteraro e il Fiola a Washington dello chef Fabio Trabocchi; infine, Il Gattopardo della famiglia Sorrentino con lo chef Vito Gnazzo e Marea, entrambi a New York, il Le George del Four Seasons di Parigi con lo chef Simone Zanoni, e Rigò dello chef Gonzalo Luzarraga a Londra.
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