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VINO E PREMI

I migliori vini da vitigni autoctoni d’Italia? Svelati a Bolzano ad Autochtona

Da Trentino, Piemonte, Emilia Romagna, Marche e Sicilia le migliori espressioni autoctone nel calice. Premiati anche i migliori Lagrein altoatesini

Se a detta di molti, tra voci della critica italiana e mondiale, ma anche degli appassionati, il grande tesoro vitivinicolo dell’Italia sono i suoi vitigni autoctoni, i campionissimi, in questo senso, arrivano da Trentino, Piemonte, Emilia Romagna, Marche e Sicilia. Almeno, a guardare gli Autochtona Awards, ad “Autoctoni che passione!”, il forum nazionale dei vini autoctoni, nei giorni scorsi, a Bolzano.
E così, nella categoria del Miglior Vino Bianco s’impone un autoctono profondamente legato al Trentino, la Nosiola, con il millesimo 2018 dell’azienda Maso Poli. Per il Miglior Vino Rosso ci spostiamo in Piemonte con il nobile Nebbiolo nell’interpretazione della cantina Adriano Marco e Vittorio e il loro Barbaresco Docg Basarin 2016. Anche quest’anno il riconoscimento alle Migliori Bollicine non solo resta in Emilia, ma ancora tra le mura di Cantina della Volta con il Lambrusco di Sorbara La Prima Volta Dosaggio Zero Metodo Classico 2015. Si scende, poi, in Sicilia, alle pendici dell’Etna per trovare il Miglior Rosato che è il Nerello Mascalese di Serafica Terra di Olio e Vino, il Grotta dei Lamponi 2018. Il Miglior Vino Dolce è invece un marchigiano ed in particolare il Bianchello Monsavium 2011 dell’Azienda Agricola Fiorini. Si torna, quindi, in Piemonte, e sempre con il Nebbiolo, ma questa volta cambiando denominazione, per il Premio Speciale Terroir assegnato al Sizzano 2016 di Villa Guelpa.
Infine, il secondo Premio Speciale, per celebrare i 10 anni di “Autochtona” (che porta il nome della rivista di settore Spirito diVino) è stato assegnato a TerraQuilia con lo Spumante Sanrosé extra brut 2016, un Metodo Ancestrale da uve Sangiovese coltivate sulle colline modenesi di Guiglia.

“I vitigni autoctoni hanno ancora tanto da svelare e comunicare - ha sottolineato il celebre critico e sommelier Luca Gardini, quest’anno presidente di giuria - soprattutto in un Paese come l’Italia, patria di una ricchezza incredibile da questo punto di vista. Giusto, quindi, valorizzare i nostri vitigni attraverso manifestazioni come queste che meritano di crescere ancora di più per far sì che nessuno si dimentichi di varietà e vini che rappresentano un patrimonio irrinunciabile”.
Ma a Bolzano sono stati incoronati anche i migliori produttori Lagrein, vitigno a bacca nera principale della viticoltura dell’Alto Adige. Per la categoria “Miglior Lagrein Kretzer” (ovvero rosato) a trionfare è stato il Südtirol Lagrein Kretzer 2018 dell’azienda Schmid Oberrautner; per la categoria “Miglior Lagrein Classico” il Südtirol Lagrein Rubeno 2018 dell’azienda Kellerei Andrian; per la categoria “Miglior Lagrein Riserva”, il Südtirol Lagrein Riserva Taber 2017, dell’azienda Kellerei Bozen. Così ha decretato la degustazione comparativa, organizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige.
“Anche quest’anno siamo soddisfatti di Tasting Lagrein, una degustazione comparativa che ha il merito di donare il giusto palcoscenico e la meritata visibilità ad uno dei grandi vini rossi dell’Alto Adige, terra di ormai famosissimi vini bianchi - commenta Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige - sia i vincitori che i finalisti di quest’anno ben fotografano un movimento sempre in grande fermento nella nostra regione e frutto di un gioco di squadra fondamentale per valorizzare la nostra piccola grande viticoltura di montagna”.

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