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SICUREZZA ALIMENTARE

I Paesi extra-Ue non rispettano gli standard di sicurezza alimentare: così la Corte dei Conti Ue

Coldiretti: “serve origine in etichetta per tutti. Nei primi nove mesi 2018 sono scoppiati 2.654 allarmi alimentari, soprattutto da Turchia e Cina”
Coldiretti, SICUREZZA ALIMENTARE, Non Solo Vino
Coldiretti, nei primi nove mesi 2018 scoppiati 2.654 allarmi alimentari

La sicurezza alimentare è sempre più un tema caldo: storicamente sono stati tanti i grandi allarmi in tema alimentazione, dalla “mucca pazza” alla febbre aviaria. Ma in realtà, di sostanze chimiche nocive contenute negli alimenti che arrivano sugli scaffali dei supermercati ce ne sono, potenzialmente, moltissime. Ciò che dovrebbe (ed usare il condizionale è d'obbligo) proteggere i consumatori sono le leggi che regolano determinano quali sostanze sono permesse e quali no: leggi nazionali che, con l'Unione Europea, sono valide in tutta la Comunità. Ciò che spaventa sono adesso i Paesi extra-Ue: proprio di oggi è il pronunciamento della Corte dei Conti Europea sulle sostanze chimiche negli alimenti, che sottolinea il mancato rispetto nei cibi di provenienza extra-Ue degli stessi standard di sicurezza Ue sui residui di pesticidi, chiedendo quindi alla Commissione Europea di spiegare “quali misure intende adottare per mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nella Ue che per quelli importati”. Ad esprimere il suo timore è la Coldiretti, e il suo neo presidente Ettore Prandini, che ricorda come nel 2018 si siano scatenati nella Ue quasi dieci allarmi sul cibo al giorno, che hanno messo in pericolo la salute dei cittadini e hanno alimentato psicosi nei consumi per le difficoltà di confinare rapidamente l’emergenza, sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati del Sistema di Allerta Rapido relativi ai primi nove mesi dell’anno. A livello Ue, precisa la Coldiretti, sono stati 2.654 gli allarmi scattati nei primi nove mesi del 2018, il 60% dei quali provocati da prodotti di origine extracomunitaria che spesso arrivano anche grazie alle agevolazioni tariffarie concesse dall’Unione Europea. Al vertice dell’insicurezza c’è la Turchia con ben 231 allarmi dei quali ben 39 si riferiscono alle presenza di aflatossine cancerogene nelle nocciole, molto usate dall’industria dolciaria, seguita da vicino dalla Cina (230). Tra i maggiori pericoli, continua la Coldiretti, ci sono la presenza di microrganismi patogeni, le micotossine, i residui di fitofarmaci, la contaminazione da metalli pesanti o la presenza di corpi estranei o non autorizzati.

Oltre alla necessaria intensificazione dei controlli alle frontiere comunitarie occorre, sostiene la Coldiretti, quindi estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per consentire scelte di acquisto consapevole, come chiede il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) che vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne, secondo una ricerca di Beuc (l’organizzazione europea dei consumatori). Per spingere l’Unione Europea a completare il percorso è nato, spiega la Coldiretti, un fronte europeo per la trasparenza in etichetta con la raccolta di un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione.

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