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VINO E POLITICA

I riflettori su Vivite con i protagonisti della politica: a WineNews, parlano Di Maio e Salvini

Se il vino cooperativo, che vale 4,5 miliardi di euro, diventa per un weekend palcoscenico dei vice premier del Governo

Il giro d’affari della cooperazione del vino italiano vale 4,5 miliardi di euro, pari al 60% dell’economia della filiera, grazie al lavoro di 140.000 soci viticoltori e di 480 cantine cooperative che operano sul territorio nazionale. Numeri che, da soli, spiegano il peso di un comparto capace di portare a Milano, in quella che è la sua festa, “Vivite - Festival del vino cooperativo”, l’evento firmato dall’Alleanza delle Cooperative, i vertici della politica nazionale. I due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ossia le due anime su cui si regge il Governo di Giuseppe Conte, sono stati infatti i veri protagonisti della “due giorni” di Milano, su cui si sono inevitabilmente accesi i riflettori dei media nazionali, facendo anche capire un’indiretta ma importante funzione e ruolo del vino cooperativo in un settore strategico del made in Italy nel mondo. Insomma, che sia più o meno “veramente sentito”, sembra che il vino, e la eno-cooperazione e quella agroalimentare, conti molto nelle agende dei due politici. E Winenews, grazie all’ottima opportunità di comunicazione offerta dalla Cooperative Italiane del Vino e dell’Agroalimentare, di vino, e di politiche agricole più in generale, ha “interrogato” i due vice premier.
Sabato 17 novembre è stata la volta del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che, con WineNews, ha affrontato un tema caldo come quello della guerra dei dazi:
“la situazione internazionale che si è creata ovviamente ci preoccupa, perché siamo un Paese esportatore, ma su questo fronte, come Ministero dello Sviluppo Economico, abbiamo già pronto un piano straordinario per l’export che, naturalmente, riguarda anche i prodotti agroalimentari”. È pur vero che, per un mercato in difficoltà, ce né uno da conquistare, come quello cinese, “sul quale dobbiamo avere un approccio più sistemico per tutti i nostri prodotti del made in Italy e tutelarli dalla contraffazione. Su questo - spiega Di Maio - ci vengono incontro le nuove tecnologie, e nella legge di bilancio il Ministero dello Sviluppo Economico avrà un fondo da 45 milioni per sviluppare la “blockchain” sul made in Italy, utilizzandola su alcune filiere e tracciando ogni singolo componente dei prodotti. Quindi, da un lato, nuova tecnologia, dall’altro però dobbiamo spingere molto di più sull’export, perché se questa estate si è fermato il Pil, il dato disaggregato dice che dipende dal rallentamento delle esportazioni”. Non manca una battuta sul Sassicaia 2015, al n. 1 della “Top 100” di “Wine Spectator”: “è la dimostrazione del fatto che i nostri più grandi ambasciatori nel mondo sono i nostri prodotti vinicoli e agroalimentari, è un orgoglio per l’Europa, non solo per l’Italia, valorizzare il made in Italy vuol dire valorizzare il mercato unico: no a guerre tra Paesi Ue - conclude il vice premier - sul “made in”, ma valorizziamo tutte le nostre eccellenze Ue sui mercati emergenti”.
Domenica 18 novembre, invece, è stato il Ministro degli Interni Matteo Salvini a prendersi la scena, affrontando, sempre con WineNews, altri temi spinosi relativi non solo al mondo del vino ma all’intero comparto agricolo. A partire dalla prossima Pac, la misura più pesante in termini economici in capo alla Ue (vale il 38% del bilancio comunitario, ndr), su cui però vice premier frena gli entusiasmi, sottolineando come la scelta debba “spettare al nuovo Parlamento, perché questo, così come la Commissione, è ormai poco rappresentativo, ed in questo senso posso assicurare che il Governo italiano non darà l’ok a nessun bilancio pluriennale europeo che vedrà togliere fondi all’agricoltura ed alla pesca italiana”. Imbeccato ancora da WineNews, Salvini si è quindi concesso una divagazione sul tema vino, scherzando sulla sua presenza a Vivite: “qui perché adoro bere bene, mi piace il vino come mi piace la birra, assolutamente italiano, tanto meglio il Franciacorta ed il Prosecco rispetto allo Champagne. Ho visto che il Sassicaia 2015 è il vino migliore al mondo per Wine Spectator, ma io mi “accontento” di qualcosa in meno, di uno Sforzato, di un Amarone, di un Barolo. Come si lavora in Italia - aggiunge Salvini - rispettando l’ambiente ed i consumatori non succede in nessun altra parte. Ecco perché la prossima battaglia che voglio imporre all’Europa è il made in Italy obbligatorio su tutti i prodotti, non solo sull’alimentare ma anche sul tessile, sul mobile, sulla scarpa: non è possibile che l’Europa permetta una concorrenza sleale che ci costa miliardi di euro da parte di imprenditori stranieri che utilizzano spesso anche materiali vietati in Italia. E gli stranieri che lavorano nei nostri campi e pagano le tasse - conclude il Ministro degli Interni - sono i benvenuti, il mio obiettivo è far stare sempre meglio questi 5 milioni di futuri italiani e chiudere i confini a chi non viene qua per lavorare”.
Nella “due giorni” di Milano, anche il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, senza dubbio il più titolato tra gli uomini del Governo a parlare degli argomenti agricoli e di cooperazione, approfondendo, con WineNews, un tema decisamente più specifico, come quello della frenata delle esportazioni enoiche degli ultimi mesi.
“Dobbiamo riuscire a promuovere e proporre i nostri prodotti nei Paesi emergenti e nei Paesi in cui non ci conoscono, a partire dalla Cina, dove siamo appena il quinto esportatore di vino: oggi come oggi i cinesi bevono sempre più vino ma non bevono vino italiano, per cui dovremmo iniziare a farci delle domande. Il nostro obiettivo, in questo senso, è mettere sul tavolo immediatamente l’Ocm Vino già da fine anno, massimo inizio 2019, per permettere a tutti di fare programmazione e quindi promozione. Penso - aggiunge Centinaio, con una stoccata al suo predecessore - che in passato non ci sia stata la giusta attenzione nei confronti di questo settore: oggi c’è un Ministro che non pensa a fare il leader di partito ma a fare il Ministro”. Altro aspetto toccato da Centinaio, il ruolo dei Consorzi, che non dovranno più limitarsi a promuovere ed a rappresentare il solo mondo del vino. “Io credo che oggi come oggi il ruolo dei Consorzi sia importantissimo, permette a chi è piccolo di poter guardare oltre il proprio territorio. È un ruolo, però, che i Consorzi devono saper portare avanti e far crescere, quindi diventando proattivi nella promozione, nel controllo e nella programmazione. Penso che il Consorzio debba imparare a raccontare un territorio più ampio di quello di un singolo produttore. Se vado in una cantina - spiega Centinaio - il produttore mi racconta la sua esperienza, la sua emozione, il suo lavoro, il Consorzio invece deve far sì che tutti questi produttori possono andare a raccontare tutto ciò in Italia ed in giro per il mondo. Serve un adeguamento, penso che ci dovremo sedere insieme ai Consorzi per capire di cosa hanno bisogno: ho delle idee - conclude il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo - ma non voglio imporle, voglio condividerle, per questo prima dobbiamo sederci ad un tavolo con chi certe proposte di legge dovrà subirle, costruendo insieme un percorso”.

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