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VIGNETI URBANI

I vigneti urbani e la scommessa di diventare patrimonio Unesco: da Torino parte la sfida

Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione per il Patrimonio Vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato, lancia la candidatura
UNESCO, VIGNA DELLA REGINA, VIGNETO URBANO, Italia
Il vigneto urbano di Torino, la Vigna della Regina

La scommessa è intrigante e forse non facile da vincere. Ma l’entusiasmo, intanto, non manca. L’idea è quella di candidare la rete delle vigne urbane a patrimonio Unesco. Il progetto nasce nell’ambito dell’evento “Vendemmia a Torino” con la città della Mole che aprirà le porte ai produttori di vino dal 12 al 20 ottobre. La candidatura è stata lanciata da Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione per il Patrimonio Vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato, in occasione della presentazione della terza edizione della rassegna. “Si tratta di vigneti straordinari per la loro storia e le collocazioni, legati a palazzi ricchi di storia”. La “macchina” si è già messa in moto. Capofila della rete dei vigneti urbani, la Urban Vineyard Association, è la Vigna della Regina a Torino. Ne fanno parte, per il momento, anche Clos Montmartre di Parigi, i vigneti ritrovati della Laguna di Venezia e quelli del progetto Senarum Vinea di Siena. “Ci sono altri progetti nel mondo - ha ricordato Luca Balbiano, presidente dell'associazione - come quello di Manhattan e questi vigneti sono troppo importanti per essere relegati ai confini: sono come i numeri primi, unici, irripetibili. Lo scopo è di crearne una rete e valorizzarli”. Le vigne urbane saranno presenti alla “Vendemmia a Torino” (30 mila le persone che hanno partecipato alle prime due edizioni) che prenderà il via con la rassegna “Portici Divini”, lungo i 12 km dei portici torinesi, proseguendo per 9 giorni all’insegna di degustazioni, masterclass, incontri, visite guidate in dimore.

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