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VINO E TERRITORIO

I vini della Roma Doc alla conquista dei ristoranti della Capitale con il progetto “Roma Doc...et”

Parte dalla Città Eterna il percorso di crescita della denominazione della città più bella del mondo, che vuole i ristoratori romani come ambasciatori

La Denominazione Roma Doc, nata nel 2011, porta con sé il prestigio del nome della Città Eterna e la forza produttiva e qualitativa di un’area che può essere legittimamente definita la capitale agricola europea. Roma, con i suoi 50.000 ettari coltivati, è il più grande comune agricolo d’Europa. Ma a questo autorevole biglietto da visita esibito dai 47 produttori del Consorzio di tutela del vino Roma Doc (per un totale di 305 ettari vitati e una produzione di 1,8 milioni di bottiglie in un’area che comprende la Sabina romana, i Colli Albani, i Colli Prenestini, parte della campagna romana e territori litoranei, ndr) manca la considerazione da parte dei ristoratori, albergatori ed enotecari di Roma e del Lazio che, inopinatamente, non danno visibilità al vino del territorio e continuano a proporre e consigliare vini di altre regioni, dal nome più conosciuto e quindi commercialmente più collocabili. Un difetto, quello dell’assenza della Roma Doc nella Carta Vini della maggior parte dei locali della capitale e del Lazio, a cui il Consorzio è determinato a porre rimedio.
“Noi vogliamo rendere gli enotecari e ristoratori romani fieri dei vini del territorio” - è stato il proclama del presidente del Consorzio Roma Doc, Tullio Galassini, nella presentazione a Roma de progetto “Roma Doc...et”, che comprende una serie di attività distribuite tra cultura, promozione e business. “Il progetto Roma Doc...et nasce proprio dal fatto che dobbiamo crescere: Roma ha conquistato il mondo, anche noi vogliamo conquistarlo con i nostri vini!”, ha osservato il presidente Galassini illustrando, assieme alla vicepresidente Rossella Macchia, le tante iniziative messe a punto dal giovane Consorzio nato nel 2018, quinto Consorzio di tutela del vino laziale ad ottenere il riconoscimento dopo quelli di Frascati, Cesanese del Piglio, Marino e Atina. L’Assessore al Turismo, ai Grandi Eventi e allo Sport del Comune di Roma, Alessandro Onorato, da parte sua, ha deprecato “la mancata valorizzazione dei vini del territorio da parte di alberghi e ristoranti”, auspicando, invece, che “diventino una vetrina per la Roma Doc”.
“Il progetto Roma Doc...et - ha aggiunto il presidente del Consorzio Roma Doc - parte del presupposto che le nostre etichette diventino un imprescindibile biglietto da visita per i ristoranti e gli alberghi della città. Un connubio naturale che abbiamo il dovere di sviluppare nel migliore dei modi. Roma è e deve essere il naturale riferimento commerciale per le nostre cantine - ha proseguito Galassini - Questo ovviamente non significa rinunciare alla promozione dei nostri vini anche in altri scenari, ma semplicemente ribadire il fatto che la capitale rappresenta per tutti noi il logico approdo. Proprio per questo nei prossimi mesi, attraverso il progetto Roma Doc…et, lavoreremo per creare una liaison forte tra i nostri produttori e il mondo del trade capitolino. Certi di poter contare sull’apporto delle istituzioni e delle associazioni di categoria, con le quali vogliamo mettere a punto un tavolo di lavoro che crei le premesse per un’operazione sinergica che possa portare i suoi frutti”. Ma il Consorzio Roma Doc è stato protagonista, nei mesi scorsi, di palcoscenici internazionali come ProWein, Vinitaly, Merano ed ha in programma la partecipazione ad eventi di territorio in Italia a VitignoItalia (Napoli, 14 e 15 maggio), VinoXRoma (24/27 maggio), Vinòforum (Roma, dal 9 al 19 giugno, nelle prime cinque serate), Hortus Vini (16/18 giugno) e Mare Divino (Ostia, 8 Luglio). Ci saranno poi due iniziative importanti riservate agli addetti ai lavori: il 5 giugno è in programma un evento riservato al trade a Roma nei bellissimi spazi del roof terrace dell’Hotel Flora, nella mitica via Veneto, ed il 17 luglio le etichette Roma Doc verranno degustate in uno special event, realizzato in collaborazione con i Sommelier Fis (Rome Cavalieri).
“Il tutto tenendo vivi i rapporti con situazioni culturali e lavorando attivamente sull’educazione ad un bere responsabile e consapevole - ha sottolineato Rossella Macchia, vicepresidente del Consorzio - perché “Roma Doc…et” è un progetto ad ampio respiro che segue percorsi paralleli ma fortemente collegati tra loro. Un discorso che non si esaurirà nei prossimi mesi ma che proseguirà mettendo al centro dell’attenzione temi come promozione, turismo, business; ma anche formazione ed attenzione per la sostenibilità. Siamo un Consorzio giovane ma abbiamo tutte le intenzioni e la volontà di portare avanti i nostri progetti con il massimo dell’entusiasmo e della professionalità”.

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