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LO SCENARIO

I vini rossi soffrono e la Toscana lo conferma: imbottigliamenti a -8% ad ottobre 2023 (dati Avito)

Tutti giù: Igt Toscana, Chianti Classico, Bolgheri, Chianti, Montalcino (con Brunello e Rosso) a Montepulciano. Cresce solo “l’altra Toscana”

Continua il trend negativo, sul mercato, per i vini rossi italiani, che rallentano le vendite e aumentano le scorte in cantina. Un andamento in linea con un periodo condizionato dalla spinta inflazionistica e quindi da un oggettivo calo del potere di acquisto dei consumatori, ma a pesare nella bilancia complessiva ci sono anche le abitudini che stanno mutando. Un quadro che sembra combaciare con la situazione della Toscana, una delle più importanti regioni enoiche italiane con i suoi prestigiosi rossi.
Leggendo i dati dell’Associazione Vini Toscani (Avito), che riunisce tutti i Consorzi del vino della regione, relativi ad imbottigliamenti e fascette, che, se non sono una fotografia precisa al millimetro del mercato, danno, comunque, un’indicazione attendibile su quanto esce dalle cantine e finisce negli scaffali della distribuzione e della ristorazione, in Italia e nel mondo, complessivamente, dall’1 gennaio al 31 ottobre 2023, sono stati immessi sul mercato poco più di un milione e mezzo di ettolitri, con un calo dell’8% (su stesso periodo 2022). Non mancano le (poche) eccezioni, come la Vernaccia di San Gimignano con 33.650 ettolitri (+5%), la Maremma Toscana, a 45.764 ettolitri (+5%) che vede crescere, però, il peso di un vitigno a bacca bianca come il Vermentino. Numeri in crescita anche per altre denominazioni comunque piccole in termini di volumi, come Val d’Arno di Sopra (+48%, 934 ettolitri), Orcia (+20%, 2.055 ettolitri), Pomino (+12%, 3.853 ettolitri).
Ma a dominare ci sono i cali che coinvolgono, in modo diverso, le altre grandi denominazioni. Gli imbottigliamenti della grande Igt Toscana hanno frenato dell’11% (per 560.977 ettolitri), leggero calo per il Chianti a -3% (488.005 ettolitri), con il segno negativo che non risparmia nemmeno il Chianti Classico, a -15% (194.817 ettolitri). Spostandoci a Montalcino, il calo è sia per la denominazione regina, il Brunello di Montalcino (-6% per 57.365 ettolitri) che per il Rosso di Montalcino (-15% a 24.053 ettolitri); così come a Montepulciano, con il Vino Nobile a -11% (40.229 ettolitri) e il Rosso di Montepulciano a -7% (16.429 ettolitri). Giù dell’11% anche Bolgheri (45.505 ettolitri), mentre il Morellino di Scansano registra una riduzione più contenuta, -3% (47.039 ettolitri), con il Montecucco che, invece, fa -35% (4.857 ettolitri).
Dati volumetrici, e non valoriali, ma che, comunque, restituiscono una fotografia di un momento non ottimale per il settore. Che senza cedere ad allarmismi, ma anche senza mettere la testa sotto la sabbia, deve riflettere sull’evoluzione di un mercato che, per mille fattori, soprattutto esterni al settore stesso, ma, comunque, influenti, sta cambiando velocemente.

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