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VINO E TERRITORIO

Igt Toscana: solo “Toscana” (e non più anche “Toscano”) in etichetta, e via libera allo “Spumante”

Dalla Regione Toscana ok alle modifiche proposte dal Consorzio guidato da Cesare Cecchi. Ora il percorso per l’approvazione in Italia e in Ue
CESARE CECCHI, CONSORZIO IGT TOSCANA, DISCIPLINARE, EUGENIO GIANI, IGT TOSCANA, REGIONE TOSCANA, SPUMANTE, STEFANIA SACCARDI, STEFANO CAMPATELLI, TOSCANA, Italia
Il presidente del Consorzio del Vino Igt Toscana, Cesare Cecchi

Solo “Toscana” (e non più anche “Toscano”) in etichetta, per valorizzare ancora di più l’Indicazione geografica ed il territorio, e l’introduzione della categoria “Spumante” (sia Metodo Classico che Charmat): sono le modifiche al Disciplinare dell’Igt Toscana, Indicazione geografica che racconta la grande diversità del vino del Granducato, con tante tra le etichette più importanti dell’Italia del vino, proposte dal Consorzio Vino Toscana Igt, guidato da Cesare Cecchi, che hanno ottenuto il via libera da parte della Regione Toscana con la totale approvazione delle categorie agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), cooperative (Lega Cooperative e Confcooperative) e dei tecnici enologi (Assoenologi), e che ora cercano un rapido percorso per l’approvazione definitiva in sede nazionale (Comitato Vini) ed europea per diventare operative il prima possibile, magari già a partire dalla vendemmia 2025. Un percorso importante, quello intrapreso dal Consorzio, riconosciuto ufficialmente dal Ministero nel 2023, e tra i più significativi della Regione, con ben 1.594 soci tra produttori di vino e viticoltori, tra i più rappresentativi della Toscana, ed una produzione totale certificata di circa 95,5 milioni di bottiglie di vini Toscana Igt, con una quota di export di ben il 69%.
“L’iter è stato lungo e complesso - afferma Cesare Cecchi, presidente del Consorzio - ma finalmente abbiamo fatto il primo passo al fine di apportare sempre più valore sul “vino Toscana Igt”. Questa denominazione viene rivendicata da circa 4.000 produttori l’anno e rappresenta un “brand” fortissimo che come patrimonio comune interessa tutta la Regione e merita di essere valorizzato e tutelato. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato in questo lavoro impegnativo, dal consiglio alle categorie agricole, e, naturalmente, al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ed alla vice presidente Stefania Saccardi e il suo assessorato all’Agricoltura, e tutti i funzionari regionali che hanno avuto un ruolo attivo nella procedura”.
Due, come detto, sono i grandi temi: la modifica del nome “Toscano o Toscana” a solo l’utilizzo del termine “Toscana”, e l’introduzione della categoria “Spumante”, sia il Metodo Classico prodotto con la rifermentazione in bottiglia, sia il Metodo Martinotti o Charmat con la rifermentazione in autoclave. “Il solo termine “Toscana” - spiega il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani - contribuirà a rafforzare l’identità e la qualificazione del vino della denominazione e contemporaneamente aiuterà il consumatore a comprendere correttamente la provenienza geografica del vino. Il nome “Toscana” è divenuto nel tempo un marchio di grande importanza a tutti i livelli, non solo nell’ambito della produzione vitivinicola, ed è proprio il nome della Regione ad essere riconosciuto e considerato sia a livello nazionale sia a livello internazionale”.
L’altra modifica di grande impatto riguarda l’introduzione dei vini “Spumante”, “Spumante di qualità” e “Rosso frizzante”. Negli ultimi decenni, nell’ambito dell’Igt, a fianco della produzione di vini fermi si è sviluppata nel tempo da una parte la produzione di vini spumanti e dall’altra si è evoluta quella dei vini rossi frizzanti provenienti dalla lavorazione dei vitigni coltivabili in Toscana. “L’introduzione di spumanti e vini frizzanti all’interno della denominazione - dice Stefania Saccardi vicepresidente e assessora all’Agroalimentare - considerato l’aumento della domanda sul mercato interno e su quello internazionale, rappresenta un notevole impulso alla crescita delle aziende viticole toscane che avranno l’opportunità di incrementare la produzione e allo stesso tempo di diversificare l’offerta dei prodotti”.
“La modifica su cui ci siamo battuti riguarda il cambiamento del nome precedentemente definito nel Disciplinare “Toscano o Toscana” a solo “Toscana” - afferma Stefano Campatelli, direttore del Consorzio - il vino farà dunque riferimento al solo termine geografico al fine di rafforzare la territorialità. In pratica questo è il principale elemento comune su cui i vini Igt devono puntare perché le tipologie possono essere diverse e prodotte con vitigni diversi. Quindi ampio spazio alla ricerca e all’innovazione, che in passato ha regalato alla nostra Regione vini famosi e apprezzati nel mondo. La novità è l’introduzione della categoria “Spumante” e “Spumante di qualità”, del resto già da diversi anni la produzione di questa tipologia ha trovato impiego in diverse zone della Regione, e così potranno rivendicare in etichetta il nome “Toscana”. Inoltre il nuovo Disciplinare - conclude Campatelli - prevede la modifica di alcune norme per fare maggiore chiarezza e per adeguamento alle normative degli ultimi anni”.
Il parere positivo della Regione è già stato trasmesso al Ministero dell’Agricoltura che esaminerà la pratica e definirà la stesura del testo del Disciplinare e le norme transitive. Successivamente alcune delle nuove norme passeranno al vaglio e all’approvazione definitiva dalla Commissione Europea a Bruxelles.

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