Con 23,5 milioni di ettolitri di vini rosati consumati nel 2017 nel mondo, la categoria segna una crescita del +28% nell’arco di 15 anni, ossia dal 2002, ed oggi i rosati rappresentano più del 10% dei consumi complessivi di vini fermi. Merito, principalmente, della Francia, che da sola consuma più di un terzo di tutto il rosato bevuto nel mondo (36%, il 2,8% in più del 2016), mentre il 15% delle bottiglie sono state stappate in Usa ed il 7% in Germania, con l’Italia (5%) ed il Sudafrica (4%) a chiudere la top 5. Oltralpe, così, i rosati rappresentano il 33% dei consumi di vino fermo, una quota che scende all’11,2% in Usa, all’8,9% nel Regno Unito, al 6,6% in Spagna ed appena al 5% in Italia, come emerge dalle elaborazioni di France AgriMer. Anche dal punto di vista produttivo, la leadership della Francia è incontrastata: il vigneto dell’Esagono nel 2017 ha prodotto il 28% dei rosati del mondo, gli Usa il 17%, la Spagna il 15% e l’Italia il 10%, per un totale di 20,3 milioni di ettolitri, 3,2 milioni di ettolitri in meno di quelli consumati.
Il mercato dei rosati, invece, inizia ad internazionalizzarsi in maniera importante solo di recente: nel 2017, infatti, il 43% delle bottiglie ha attraversato una frontiera prima di essere bevuta, con le importazioni che hanno superato per la prima volta i 10 milioni di ettolitri. Di nuovo, il primo Paese importatore è la Francia, con una quota del 32% del mercato (pari a più di 3,2 milioni di ettolitri di rosati acquistati all’estero), seguito da Germania (13%), Regno Unito (12%), Usa (9%) e Belgio (5%), per un giro d’affari complessivo che vale 2 miliardi di euro, in crescita mediamente del 6,2% l’anno dal 2002. Assai diverso, invece, il valore dei prezzi medi, che in Usa arrivano a 5,5 euro al litro, in Svizzera a 4,8 euro al litro, in Germania appena a 1,3 euro al litro, in Gran Bretagna 2,3 euro al litro ed in Belgio 2,4 euro al litro. Ma da dove arriva il rosato che invade il mondo? Il 42% dalla Spagna, il 16% dall’Italia, il 14% dalla Francia ed il 9% dagli Usa.
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