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Il 2020 del vino mondiale nel report dell’Iwsr per Vinexpo: la crescita dei consumi è legata a Usa e Cina, ma anche a rosati e Prosecco. In Europa si continuerà a bere sempre meno, ma il Portogallo supererà la Francia nei consumi pro capite

Italia
Guillaume Deglise, direttore generale di Vinexpo

Dopo le anticipazioni di Guillaume Deglise, direttore generale di Vinexpo, che alla presentazione ufficiale del salone enoico di Bordeaux di febbraio tratteggiò a WineNews (https://goo.gl/lcbYt2) il futuro del mercato mondiale del vino, arriva puntuale il report “Business Sensitive - La conjoncture mondiale du secteur vin et spiritueux et prospective à l’horizon 2020”, firmato dall’Iwsr per Vinexpo, che entra nello specifico delle singole tendenze che caratterizzeranno la viticultura da qui al 2020. Prima di tutto, i mercati. Come c’era da aspettarsi, saranno l’Asia e l’America i Continenti che guideranno la crescita: in termini di consumi, infatti, l’area dell’Asia-Pacifico consumerà 35,7 milioni di casse (9 litri, ndr) in più, pari ad una crescita del 12,7%, in America la crescita sarà di 23,8 milioni di casse (+3,9%), in Africa e Medio Oriente di 15,7 milioni di casse (+3,7%) e nell’area dell’ex Urss di 10,7 milioni di casse (+8,5%), mentre l’Europa continuerà a perdere terreno, e consumerà, nel 2020, 33,9 milioni di casse in meno (-2,3%).
A crescere maggiormente, in termini di importazioni, saranno così i due mercati principali delle rispettive aree di riferimento: la Cina, dove le spedizioni cresceranno di 41,7 milioni di casse (+79,3%), rappresenterà il 71,8% dell’intera crescita dell’export mondiale, e gli Usa, dove le spedizioni cresceranno solo di 3,9 milioni di casse (+4,8%), pari comunque al 6,5% della crescita complessiva dell’export enoico da qui al 2020. Dietro, in termini di crescita delle importazioni, fanno bene Russia (+2,6 milioni di casse), Canada (+2,5 milioni di casse), Giappone (+2,1 milioni di casse), Costa d’Avorio (+1,1 milioni di casse), Polonia (+830.000 casse), Messico (+790.000 casse), Namibia (+460.000 casse) e Niger (+450.000 casse).
Tra i maggiori consumatori, in termini di valori, la top ten vivrà enormi assestamenti, ma nessuno stravolgimento, eccetto l’attesissima scalata, fino al secondo posto, della Cina: Usa ancora in testa, a quota 38,6 miliardi di dollari (al consumo, ndr), per una crescita della spesa del +11,9%, davanti appunto al Dragone (21,7 miliardi di dollari, +39,8%), al Regno Unito (19,3 miliardi di dollari, +2,5%), alla Francia (16 miliardi di dollari, -1,9%), all’Italia (12,4 miliardi di dollari, -1,8%), alla Germania (12,4 miliardi di dollari, +1%), al Canada (5,9 miliardi di dollari, +8,5%), all’Australia (5,2 miliardi di dollari, +4,4%), al Giappone (5 miliardi di dollari, +8,8%) ed alla Russia (3,8 miliardi di dollari, +19.6%). Proprio il mercato cinese, racconta ancora il report di Vinexpo, poggerà la propria crescita su sei tendenze ben precise: la crescita della classe media, l’influenza delle donne sulle scelte di consumo, la nascita di nuovi luoghi di consumo e condivisione, le vendite online, l’effetto positivo della scontistica, la presa di coscienza della salubrità del vino.
Spostando il focus sui volumi, invece, l’Europa continuerà a perdere terreno
: si salverà solo la Gran Bretagna, che crescerà comunque di pochissimo, appena il +0,4%, mentre l’Italia perderà il 7,8%, la Francia il 5,8%, la Spagna il 2,2%, la Germania l’1,25%. Se i consumi globali continueranno a crescere, passando dalle attuali 2,6 miliardi di casse alle 2,65 miliardi del 2020, sarà merito, anche in questo caso, di Cina (+19,5% a 182,9 milioni di casse), Usa (+4,9% a 358,3 milioni di casse) e Russia (+12,2% a 90,9 milioni di casse). Nonostante tutto, però, l’Europa continuerà ad essere la più grande zona di consumo enoico al mondo: nel 2020 il 59% di tutto il vino fermo si berrà nel Vecchio Continente (era il 64% nel 2010), con l’America che arriverà al 25%, l’Asia al 12% e l’Africa (insieme al Medio Oriente), al 4%. Decisamente migliori le percentuali quando si parla di bollicine, con l’Europa primo mercato per distacco: il 76% dei tappi salta nel Vecchio Continente, il 17% in America, il 6% in Asia ed appena il 2% in Africa e Medio Oriente.
Cambia, così, anche la mappa dei consumi pro capite, con la Francia destinata a perdere il suo storico primato, scendendo a 43,63 litri all’anno per abitante (-7,5%), in favore del Portogallo, che arriverà invece a quota 49,79 litri pro capite (+5,8%). Male anche l’Italia, che scende dal podio (40,84 litri pro capite, -8,6%) e lascia il terzo posto alla Svizzera (41,27 litri pro capite, -2,5%). Non cambia molto nel resto della top ten, completata da Austria (40,55 litri pro capite), Germania (36,51 litri pro capite), Danimarca (34,93 litri pro capite), Ungheria (33,66 litri pro capite), Grecia 32,29 litri pro capite) ed Argentina (29,89 litri pro capite). Sempre lontani i consumatori di Regno Unito (20,3 litri pro capite), Stati Uniti (13,16 litri pro capite) e Cina (1,53 litri pro capite).
Detto dei Paesi che cresceranno maggiormente in termini di importazioni, nella classifica del 2020, limitata al solo vino fermo, resta in testa la Germania, nonostante un leggero calo (-0,4%), con 129,23 milioni di casse. Dietro c’è il Regno Unito, con 117,23 milioni di casse (-1,6%), quindi la Cina, con 94,46 milioni di casse (+79%), che supererà gli Usa, a 85,76 milioni di casse (+4,6%). Questi i giganti delle importazioni, dietro i quali troviamo i Paesi Bassi (36,73 milioni di casse, -1,4%), il Canada (36,23 milioni di casse, +7,4%), il Giappone (27,98 milioni di casse, +7,7%), la coppia Belgio e Lussemburgo (20,88 milioni di casse, -6%), Svezia (20,21 milioni di casse, +2,1%) e Svizzera (19,09 milioni di casse, +2,61%).
Spostando il focus esclusivamente sui mercati emergenti, la crescita maggiore, in termini percentuali, è attesa dall’India, che parte, obiettivamente, da una posizione di assoluta marginalità, e tale rimarrà: le attuali 1,81 milioni di casse di vino consumate all’anno diventeranno infatti 2,72 milioni, pari al +49,7%. Bene, ovviamente, anche la Cina (+19,5%), così come il Messico (+17,5%), il Sudafrica (+16,8%), le Filippine (+15,9%), Taiwan (+14,7%), la Corea del Sud (+13%), la Russia (+12,2%), la Malesia (+10,9%) ed il Vietnam (+10,9%).
Ma cosa cambierà in termini di tipologie? La crescita dei consumi, comunque limitata ad un +1,2%, impatterà in maniera diversa su rossi (+0,6%), bianchi (+1%) e rosati (+5,9%), veri protagonisti dei prossimi anni, ed oggi ancora fermi ad una quota complessiva del 10% dei consumi globali, contro il 55% dei rossi ed il 35% dei bianchi. Guardando al fronte delle bollicine, sulla cresta dell’onda ci sarà ancora il Prosecco, saldamente bollicina più bevuta del mondo, che nel 2020 arriverà a quota 34,40 milioni di casse (+13,6%), con lo Champagne a 26,74 milioni di casse (+1%), il Cava a 21,29 milioni di casse (+0,5%) e l’Asti a 4,38 milioni di casse (-5,7%). Tra i Paesi in cui si berrà più Prosecco in testa ancora l’Italia (12,65 milioni di casse, +14,1%), seguita da Regno Unito (8,28 milioni di casse, +17,3%), Stati Uniti (4,17 milioni di casse, +19,2%) e Germania (3,6 milioni di casse, +1,7%).
Infine, l’ultimo aspetto analizzato dal report di Vinexpo, riguarda le tendenze dei Paesi esportatori, legate ovviamente all’evoluzione dei principali consumatori. Ci sarà spazio di crescita per tutti, viste le differenze di target tra Paese e Paese, ma la Francia manterrà la leadership, con il valore delle spedizioni che, al consumo, toccherà i 22,2 miliardi di dollari (+9,5%), con l’Italia che seguirà a 16,5 miliardi di dollari (+17,6%) e la Spagna ancora sul gradino più basso del podio, a 8,6 miliardi di dollari (+21,7%), tallonata dall’Australia, che crescerà molto meno (+2,1%) e si fermerà così a 8,3 miliardi di dollari. Alla posizione n. 5 c’è il Cile, che arriverà a 7,3 miliardi di dollari (+27,7%), seguito dagli Usa, a 4,4 miliardi di dollari (+15,3%), e ancora Sudafrica (3,2 miliardi di dollari, +10,5%), Nuova Zelanda (3 miliardi di dollari, +28,8%), Argentina (2,7 miliardi di dollari, +11,3%) e Germania (1,4 miliardi di dollari, -12,2%).
Info: www.vinexpo.com

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