Nel settore food & beverage l’equilibrio tra prezzo e qualità è sempre più al centro delle decisioni d’acquisto. Anche se l’inflazione, l’incertezza economica e il cambiamento delle priorità stanno spingendo una crescente parte del pubblico verso prodotti a prezzo più contenuto. Per esempio, il 39% dei consumatori dichiara di preferire alternative più economiche rispetto ai marchi premium quando fa la spesa alimentare: la ricerca della qualità sta al 27%, un mix tra le due opzioni al 34%. Sono alcuni dei dati elaborati dal portale Statista, una delle principali società di ricerca di mercato e statistica al mondo, nel suo studio “The New Consumer Reality”, volto proprio ad indagare come stanno cambiando gli stili di consumo in vari settori, tra cui anche quello del cibo e delle bevande. Ciò che viene evidenziato è che l’aumento del costo della vita sta sì influenzando in modo misurabile le decisioni d’acquisto, ma non alla stessa maniera in tutte le categorie.
Mentre in alcuni segmenti il prezzo sta diventando sempre più importante - ed è il caso dell’automotive, dell’edilizia e ristrutturazioni domestiche, degli elettrodomestici e elettronica di consumo - una crescente preferenza per le opzioni a basso costo è, invece, particolarmente evidente nei beni di consumo di tutti i giorni, prodotti alimentari in primis. Secondo il report, inoltre, mentre in passato i grandi brand erano considerati garanzia di qualità e fiducia, oggi sono spesso solo una delle tante scelte all’interno delle varie categorie di prodotto. La fedeltà al marchio rimane forte, infatti, nelle categorie tecnicamente avanzate e durevoli come le automobili (60%), gli elettrodomestici (52%) e l’elettronica di consumo (53%), dove i brand rappresentano sicurezza, innovazione e qualità. Tuttavia, negli acquisti quotidiani, viene spiegato, lo scenario sta cambiando: quando si tratta di cibo e bevande, è il prezzo il fattore principale nelle scelte con l’importanza data al marchio che in questo caso raggiunge una delle percentuali più basse (27%), seconda solo alle decisioni di acquisto su mobili e decorazioni per la casa (25%).
Così per le aziende diventa decisivo capire quando i consumatori ragionano in modo programmatico e quando invece agiscono d’impulso. E cioè: quel determinato acquisto di quel determinato prodotto è avvenuto in maniera strategica o è stato un atto spontaneo? Secondo Statista, ancora una volta, dipende. Ci sono persone che possono passare settimane a confrontare i vari modelli di smartphone e poi magari acquistare d’impulso dei cosmetici. Ma di nuovo: tra gli acquisti più spontanei in assoluto ci sono quelli che riguardano i prodotti alimentari, mentre quelli per elettrodomestici o elettronica di consumo nove volte su dieci sono stati pianificati.
Ci sono poi categorie di prodotto che sono fortemente influenzate dalla ricerca online, mentre altre si basano maggiormente su consigli in negozio e consulenze personali: nel caso del food & beverage, il 24% dei consumatori si affida al negozio, mentre solo il 15% guarda all’online. Nell’automotive, negli elettrodomestici e nell’elettronica di consumo, invece, le percentuali si ribaltano e a dominare le scelte è la previa ricerca su siti online. Con la consapevolezza che ormai le decisioni d’acquisto sono sempre più dinamiche, visto il potere dei social media. Lo studio cita l’esempio della “Dubai chocolate” (nella top 5 mondiale delle “Ricette Food and Beverage” più cercate al mondo nel 2024), diventata merce rara a livello globale dopo un video su TikTok con la conseguenza che i rivenditori hanno faticato a soddisfarne la domanda, così i prezzi sono saliti alle stelle: i primi acquirenti hanno pagato poco, ma quelli arrivati dopo hanno speso almeno 10 volte tanto e, da tendenza, quel cioccolato, spiegano i promotori del report, si è trasformato in oggetto di lusso con un forte sovrapprezzo. Fermo restando che, dice Statista, i social media possono sì accelerare le tendenze di acquisto, ma nel lungo periodo ciò che conta davvero è la fiducia, la comparabilità e la disponibilità.
E i brand devono fare qualcosa di più che semplicemente riconoscere le tendenze: serve un posizionamento chiaro, prezzi strategici e non offerte casuali, garantire fiducia ai clienti, comprendere i propri target e rivolgersi a loro in modo efficace, oltre a far sì che anche i prodotti premium vengano acquistati in maniera spontanea.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025