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VINO E TECNOLOGIA

Il business del vino al tempo del coronavirus: l’incontro con i buyer diventa digitale

Nulla può sostituire l’incontro e la condivisione, ma in emergenza la teleconferenza rinsalda i rapporti ed i canali di comunicazione e commerciali
DIGITALE, TECNOLOGIA, TELECONFERENZA, vino, Italia
La tecnologia digitale nel vino

Nell’era della globalizzazione avanzata, della libera circolazione delle merci e delle persone, diritto ormai acquisito da decenni, è difficile anche solo immaginare di vivere in un mondo di barriere e confini chiusi. Al contempo, proprio come le persone e le merci, anche le crisi, da quelle migratorie a quelle sanitarie, da quelle economiche a quelle terroristiche, diventano presto un fatto globale. Costringendoci, come in queste settimane di allerta legata all’epidemia di Covid-19, a chiuderci in casa, evitare i luoghi pubblici, annullare appuntamenti di lavoro, i viaggi, le cene, gli aperitivi. In una parola, la quotidianità e la socialità, il contatto con gli altri, alla base, e nulla potrà sostituirlo, di qualsiasi rapporto di lavoro, specie commerciale, a maggior ragione se si parla di vino, simbolo della condivisione, da assaggiare e riassaggiare insieme, come fanno quasi quotidianamente produttori e commerciali insieme a buyer ed importatori di tutto il mondo.
Qualcosa che oggi, e per qualche altra settimana, non si può fare, tra rotte aeree cancellate, eventi rimandati, allarmi più o meno giustificati. E allora, a rinsaldare i rapporti e difendere i canali di comunicazione e commerciali, arriva in soccorso la tecnologia: le aziende del vino (come vi abbiamo raccontato), così, puntano forte sul digitale per “incontrare” i propri buyer stranieri, sfruttando le potenzialità della comunicazione virtuale, e quindi della videoconferenza. Come racconta, ad esempio, l’incontro dedicato al mondo del vino che ha fatto incontrare, coordinati a Roma dagli Agricoltori Italiani - Cia, i produttori di quattro regioni (Piemonte, Toscana, Marche e Sicilia) con importatori e distributori giapponesi riuniti a Fukuoka dalla Jief - Japan Italy Economic Federation: una prima volta, che segnerà, insieme a tante altre esperienze, una nuova strada, almeno fino a quando, speriamo il prima possibile, non si potrà tornare ad incontrarsi, stringersi la mano e, soprattutto, brindare a nuovi accordi.

Focus - Gli incontri tra i produttori e Jief, come funziona?
Gli incontri prevedono una prima fase di selezione delle aziende italiane da parte dei buyer individuati da Jief, un secondo momento informativo per l’invio dei dati tramite App. Segue la spedizione dei campioni richiesti dagli importatori per una valutazione preventiva di prodotto e listino prezzi in vista dell’incontro,15 giorni dopo, in videoconferenza guidata e assistita dall’ufficio internazionale di Cia. L’incontro dura 15-20 minuti per l’approfondimento e la chiusura di accordi. Ogni produttore ha modo di collegarsi direttamente dalla sua azienda, usufruendo di una reale opportunità di business che però non richieda rilevanti investimenti di tempo e denaro, di solito necessari nelle missioni all’estero.
“Il format del web BtoB - spiegano da Cia e Jief - si rivela uno strumento nuovo e funzionale alla promozione commerciale dell’agroalimentare Made in Italy, utile anche in frangenti particolari come quello attuale segnato dal Coronavirus. Jif e Cia puntano a un ruolo di primo piano nel rafforzamento delle relazioni economiche tra i due paesi, coniugando la promozione delle eccellenze alla migliore tecnologia disponibile”. Gli appuntamenti avranno cadenza bimestrale, il prossimo il 26 marzo, e coinvolgeranno produttori agricoli italiani di ogni settore, principali importatori e distributori giapponesi. L’iniziativa segue il programma 2019-2020 definito dalle due organizzazioni con un protocollo ufficiale finalizzato a interventi e iniziative per la promozione del Made in Italy agroalimentare e del turismo rurale attraverso i suoi agriturismi.

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