Il caldo anomalo di gennaio mette a rischio le coltivazioni, favorendo il risveglio anticipato delle piante, già in fiore, ed esponendole al pericolo di un ritorno del gelo invernale che avrebbe l’effetto di bruciare le gemme. A lanciare l’allarme è la Coldiretti, dopo che il primo mese dell’anno è risultato il più caldo di sempre, secondo l’Osservatorio europeo Copernicus, ponendo le basi per una vera e propria primavera fuori stagione. Le alte temperature stanno sconvolgendo i normali cicli naturali da Nord a Sud della Penisola. In Toscana e in Puglia sono già fiorite le mimose, in anticipo di oltre un mese, mentre in Sicilia si registra la stessa situazione sui mandorli. Nelle campagne pugliesi sono già pronti broccoli, cavolfiori e cicoria, che avrebbero dovuto essere raccolti a marzo.
Un brusco abbassamento delle temperature avrebbe dunque effetti devastanti. Oltre a ciò c’è il rischio del mancato soddisfacimento del fabbisogno di freddo che per tutte le colture, come ad esempio l’olivo, è necessario per l’induzione alla fioritura, fatto che potrebbe ridurre le produzioni. Ma con il caldo sopravvivono anche le popolazioni di insetti dannosi per le colture, a partire dalla cimice asiatica, per attaccare successivamente frutta, ortaggi e cereali nella prossima primavera. L’inizio del 2024 conferma la tendenza al surriscaldamento anche in Italia, dove lo scorso anno è stato il più bollente mai registrato, facendo registrare lungo la Penisola una temperatura superiore di 1,35 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac-Cnr che rilevano le temperature dal 1800.
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