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ATTUALITÀ

Il caldo mette in crisi le campagne ma senza manodopera i raccolti rischiano di andare persi

Coldiretti: “alte temperature ostacolano le operazioni agronomiche ma non è possibile sospendere del tutto le lavorazioni”
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Temperature elevate in campagna questa estate (ph: Federico Respini su Unsplash)

Coniugare le esigenze dei lavoratori alle prese con le temperature “infernali” del periodo e allo stesso tempo portare avanti le operazioni di raccolta che rischiano altrimenti di andare perdute. Questa è la sfida che si trova ad affrontare l’agricoltura italiana con le campagne sempre più “bollenti”. “Il caldo favorisce la rapida maturazione delle produzioni agricole nei campi che devono essere raccolte per garantire gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione come frutta e verdura necessarie a combattere l’afa”. E’ il commento della Coldiretti che sottolinea come “le alte temperature ostacolano le operazioni agronomiche in campagna” dove in questo periodo sono occupate “quasi mezzo milione di persone”. Per Coldiretti “in una situazione in cui le produzioni agricole nazionali sono già state impoverite dalle forti ondate di maltempo accompagnate da grandine che hanno provocato milioni di euro di danni, non è possibile sospendere del tutto le lavorazioni, poiché proprio in questo momento si coltivano le maggioranza delle colture, dalla frutta alla verdura, che se non vengono tempestivamente raccolte sono irrimediabilmente compromesse anche perché il caldo accelera i processi di maturazione, a differenza di quanto avviene in altri settori dove le attività possono essere sospese ed i lavoratori possono accedere anche alla cassa integrazione. Per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori occorre quindi adottare delle strategie ad-hoc che preservano tanto la salute dei lavoratori che la qualità del prodotto in campo che rischia di andare irrimediabilmente perduto, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione allo stop alla raccolta nelle ore più calde fino al lavoro notturno”.
Nelle varie realtà locali, continua Coldiretti, anche a fronte delle sempre spesso più ricorrenti ordinanze comunali che in presenza di temperature particolarmente elevate dispongono la sospensione delle attività all’aperto, sono stati definite specifiche strategie di intervento “e certamente quella adottata nella provincia di Verona è particolarmente interessante perché soprattutto espressione di una diretta collaborazione tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali. Attraverso un accordo tra le parti sociali agricole è stato stabilito che durante il periodo estivo in caso di “allerta temperature” da parte del Dipartimento di Prevenzione Ulss 9 di Verona (Spisal), allo scopo di contenere il rischio del colpo di calore il datore di lavoro potrà prevedere, in deroga al contratto collettivo, una diversa distribuzione dell’orario di lavoro giornaliero anticipando (prima delle ore 6) e posticipando (dopo le ore 22) l’inizio ed il termine della prestazione lavorativa considerando l’intero orario come ordinario. L’accordo - conclude la Coldiretti - ha una valenza temporale limitata al periodo tra maggio e settembre ma copre l’intero ventaglio delle diverse attività agricole. Sono infatti da ritenere incluse oltre alle attività di raccolta di ortaggi e frutta anche ad esempio le attività di allevamento e di manutenzione del verde”.

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