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AGRICOLTURA

Dai cinghiali al falso made in Italy: tra campi e mercato, le priorità di Coldiretti

Allarmi e messaggi dalle 96 assemblee su tutto il territorio nazionale, negli 80 anni dell’organizzazione degli agricoltori
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Dai cinghiali al falso made in Italy: tra mercato e campi, le priorità di Coldiretti

Pratiche sleali e falso made in Italy, sul fronte del mercato, fauna selvatica e peste suina nei campi. Sono queste le sfide più pressanti del comparto agricolo italiano, almeno secondo la Coldiretti, che, oggi, nelle celebrazioni degli 80 anni dell’organizzazione agricola, ha dato vita ad una serie di 96 assemblee su tutto il territorio nazionale, con la partecipazione record di oltre 50.000 agricoltori, per chiedere soluzioni immediate.
“La fauna selvatica incontrollata ha causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura italiana per 200 milioni di euro, con campi coltivati rasi letteralmente al suolo, a cui si aggiungono problemi causati dalle importazioni selvagge di cibo dall’estero, con costi di produzione andati alle stelle e prezzi pagati nei campi sotto i livelli di sopravvivenza”, è il primo allarme lanciato dagli agricoltori. Che sottolineano come “i danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati che in minima parte e spesso dopo molti anni, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso. Per fare un esempio, un produttore di vino pregiato che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva. Proprio i cinghiali sono il maggior pericolo anche per i cittadini, con 170 incidenti stradali con morti e feriti causati nel 2023 dall’impatto con cinghiali e altri animali selvatici, secondo l’analisi Coldiretti su dati Asaps, in aumento dell’8% sull’anno precedente”. Inoltre, ai danni alle coltivazioni si è aggiunto l’allarme della peste suina africana, la malattia non trasmissibile all’uomo che i 2,3 milioni di cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale rischiano di diffondere nelle campagne, mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli sul territorio e, con essi, un settore che tra produzione e indotto vale 20 miliardi di euro e dà lavoro a 100.000 persone. Da qui la richiesta che rimbalza da Nord a Sud dalle assemblee Coldiretti di mettere un freno immediato alla proliferazione dei selvatici, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre. Mancano, infatti, i piani regionali straordinari di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione.
L’altro problema che pesa sui bilanci delle imprese è il crollo dei prezzi pagati alla produzione in molti settori simbolo, a partire dal grano, aggravato peraltro dal fenomeno delle pratiche sleali. “Coldiretti è stata la prima e unica associazione a denunciare una multinazionale, la Lactalis - ricorda l’organizzazione - perché aveva modificato unilateralmente gli accordi e non aveva pagato il prezzo pattuito agli allevatori. Dopo 5 mesi, l’Ispettorato del Ministero ha sanzionato l’azienda francese dopo averne riscontrato la condotta sleale in centinaia di casi. Un fatto epocale per un’azione che gli agricoltori della Coldiretti vogliono ora estendere a tutte le filiere”.
E a minacciare la “sovranità alimentare nazionale”, che il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida vorrebbe sancire in Costituzione, “c’è anche l’invasione di prodotti stranieri, con le importazioni di cibo che sono aumentate del 60% nell’ultimo decennio raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat (e come già riportato da WineNews, con l’analisi di Ismea, ndr). Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e i diritti dei lavoratori, e che vengono spacciati per tricolori sfruttando il codice doganale che consente di “italianizzarli” grazie a minime lavorazioni. Un fenomeno drammatico contro il quale Coldiretti ha portato 10.000 agricoltori alle frontiere del Brennero, lanciando una grande mobilitazione per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola, con la raccolta di un milione di firme”. Raccolta firme che va avanti, ricorda la Coldiretti, negli uffici dell’organizzazione in tutta Italia, nei mercati contadini di Campagna Amica e sostenuta sui social con l’hashtag #nofakeinitaly.

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