A lanciare l’allarme, da Versailles, dove l’10 marzo si era riunito un summit informale di Versailles che ha riunito i capi di Governo dei 27 Stati membri Ue, era stato il presidente della Repubblica francese Macron che, parlando della strategia alimentare europea, aveva sottolineato come bisogna “rivalutare la strategia di produzione anche pensando all’Africa, che verrebbe colpita da carestie fra 12-18 mesi”. E adesso, a confermare e rilanciare le preoccupazioni, è il Ministro dell’Agricoltura francese Julien Denormandie, che prima della riunione a Bruxelles con i colleghi degli altri Paesi Ue, ha parlato apertamente del rischio di una “crisi alimentare su scala globale” causata dalla guerra in Ucraina scatenata dalla Russia. L’argomento sarà al centro della riunione di oggi, cui parteciperà, in video chiamata, anche il Ministro dell’Agricoltura ucraino. L’allarme è grave, perché se è vero che l’Italia importa da Russia e Ucraina una percentuale vicina al 5% di tutte le proprie importazioni, altri Paesi, come lo Yemen, sono praticamente dipendenti dalle produzioni russe ed ucraine. Come denuncia l’Unicef, “l’interruzione dei mercati e delle catene di approvvigionamento alimentare avrà probabilmente un impatto significativo sulla sicurezza alimentare”. In Ucraina, del resto, si produce il 10% di tutto il grano del mondo (non a caso è definita il “granaio d’Europa”), ma la guerra comunque non ne azzererò la produzione. Rostyslav Shurma, Vice Capo dell’Ufficio Presidenziale, ha annunciato che Kyiv punta al 70% della produzione del 2021, nonostante il conflitto.
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