Nel 2020, nonostante la Pandemia, l’Unione Europea ha esportato vino in Usa per 3,7 miliardi di euro (rispetto al record di 4,2 miliardi del 2020, ndr). Il 17,3% del valore di tutte le sue esportazioni agroalimentari verso gli States. A dirlo i dati della Commissione Europea. Un mercato, quello degli States, imprescindibile per l’Italia, che nel 2020 ha portato nelle casse delle cantine del Belpaese 1,4 miliardi di euro, nonostante un calo del -5,6% sul 2019 (dati Istat), e che, in questo 2021, è partito in calo del -12% nel primo quadrimestre, ma con una importante inversione di tendenza in aprile, con il dato mese su mese, elaborato da Nomisma - Wine Monitor, su base doganale, che parla di un +31% per i vini fermi e di un +14% per gli spumanti.
Un asse enoico importantissimo, quello tra Bruxelles e Washington, su cui si muovo anche 260 milioni di vini e affini che, dagli Stati Uniti, arrivano in Europa. Anche per questo, con la visita del Presidente Usa Joe Biden in Europa ed il rafforzamento dell’intesa transatlantica che emerge dalle cronache di questi giorni, il mondo del vino torna a sperare nel definitivo superamento delle tensioni legate ai dazi.
Una speranza che accomuna europei e americani, tanto che il Wine Institute americano ed il Comité Européen des Entreprises Vins, in una nota congiunta, sottolineano con estremo favore la presa di posizione, firmata da 86 tra membri del Congresso degli Stati Uniti e del Parlamento Europeo, che hanno chiesto la rimozione di tutte le tariffe sul vino scambiato tra i due mercati. Riconoscendo l’impatto dannoso delle tariffe di ritorsione, e invitando Usa ed Ue a lavorare per un quadro commerciale con zero tariffe.
“Esortiamo l’Unione Europea e gli Stati Uniti a risolvere le attuali dispute commerciali, a fermare qualsiasi ritorsione contro le esportazioni di vino e a rafforzare il loro partenariato bilaterale per evitare qualsiasi sanzione contro questi settori, anche nel contesto dell’attuale controversia su Airbus e Boeing in sede di World Trade Organization. Chiediamo ai nostri Governi - si legge, tra le altre cose, nel documento firmato da Congresso Usa e Parlamento Ue - di sostenere ulteriormente la vitalità economica e la diversità dei nostri settori vinicoli lavorando per rimuovere tutte le tariffe sul vino”.
“Il vino è un prodotto davvero unico e il libero scambio senza è a beneficio delle nostre cantine familiari, degli agricoltori, dei commercianti e delle imprese di ospitalità che compongono il nostro settore, nonché dei consumatori su entrambi i lati dell’Atlantico”, ha detto Bobby Koch, presidente e ceo del Wine Institute. “Ci congratuliamo con il Congressional Wine Caucus e le loro controparti europee per aver guidato questo sforzo per raggiungere lo “zero per zero”. Questo, più di ogni altra cosa, aiuterà a migliorare l’impatto positivo delle nostre relazioni commerciali”.
“Un ambiente di libero commercio del vino è essenziale per preservare gli sforzi e gli investimenti di lunga data delle nostre aziende vinicole e la sostenibilità dei nostri vigneti”, ha aggiunto Jean Marie Barillère, presidente del Comité Européen des Entreprises Vins. “L’intergruppo vino del Parlamento europeo e il Congressional Wine Caucus sono ben consapevoli dei benefici unici del commercio del vino e dell’importanza di eliminare le tariffe di qualsiasi tipo”. E chissà che, questa volta, i tempi per compiere il passo finale sulla vicenda siano davvero maturi.
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