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VINO & MARCHI

Il Consorzio Vini d’Abruzzo: il marchio collettivo “Montepulciano d’Abruzzo” sarà registrato

Un annuncio dopo “la querelle” con il Consorzio del Nobile. Che avverte: ancora più confusione sul mercato internazionale con la parola Montepulciano

Il fatto risale a qualche anno fa, quando il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano aveva registrato il marchio “Vino Nobile di Montepulciano” e aveva contestualmente intrapreso un’azione di opposizione della registrazione del marchio “Montepulciano d’Abruzzo” al Ministero dello Sviluppo Economico “per evitare di creare ancora più confusione sul mercato internazionale con la parola “Montepulciano” che a livello vitivinicolo può fare riferimento, come nel caso dell’Abruzzo, al nome di un vitigno diventato internazionale, il “Montepulciano Nero”. Ora, invece, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, ha annunciato il riconoscimento in via definitiva dell’identità territoriale del Montepulciano d’Abruzzo, con il marchio collettivo “Montepulciano d’Abruzzo” che sarà registrato a brevissimo a livello nazionale aprendo di fatto la porta per la successiva registrazione a livello internazionale. Un annuncio, che arriva “dopo cinque anni di battaglie, iniziate con il deposito il 15 gennaio 2013 della richiesta di registrazione di marchio nazionale collettivo Montepulciano d’Abruzzo per rivendicare nella classe 33 il prodotto vini - spiega il presidente del Consorzio Valentino Di Campli - finalmente l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (Uibm) potrà procedere nei prossimi giorni a rendere definitiva la sentenza della Commissione Ricorsi e proseguire l’iter di registrazione a livello nazionale della nostra Doc come marchio collettivo. Non poteva esserci regalo migliore per il compleanno della Denominazione di origine a 50 anni dal riconoscimento”.
“Questa sentenza della Commissione Ricorsi dell’Uibm, che riconosce definitivamente l’identità territoriale della nostra Denominazione di origine più importante - dice l’ex assessore alle Politiche Agricole della Regione Abruzzo, Mauro Febbo - è la controprova che quello che avevamo sottoscritto del 2012, attraverso un apposito Protocollo di Intesa tra Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Consorzio Tutela Vino Nobile, Regione Abruzzo, Regione Toscana e Ministero delle Politiche Agricole, ossia il riconoscimento di entrambe le Denominazioni, era la strada giusta. Probabilmente i toscani si sono dimenticati degli impegni assunti”. “Un risultato molto importante - sottolinea l’assessore regionale alle Politiche Agricole, Dino Pepe - che giunge in un momento di grande attenzione e interesse dei mercati internazionali verso i nostri vini, in particolare per il Montepulciano d’Abruzzo”. I dati dell’export vitivinicolo dell’Abruzzo parlano per il 2017 di oltre 170 milioni di euro a valore con un + 13,2% sul 2016.
Il Marchio “Vino Nobile di Montepulciano” è stato registrato molto prima del marchio “Montepulciano d’Abruzzo”, è la risposta che non si è fatta attendere del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano al comunicato del Consorzio Vini d’Abruzzo nel quale “viene messa in evidenza la vicenda della registrazione come come una battaglia vinta nei confronti della Denominazione toscana”. “Non mi pare che sia mai stata avviata una battaglia tra le due Denominazioni - dice il presidente del Consorzio del Vino Nobile Piero Di Betto - ma anzi al contrario eravamo partiti da un protocollo firmato all’epoca anche dall’allora assessore Febbo, che oggi pare gioire di questa “vittoria”, che poneva le basi per un’azione collettiva dei due Consorzi a tutela e promozione dei marchi che nel mondo stanno creando evidentemente confusione nei consumatori. Leggere un comunicato politico in cui si dice “battaglia vinta contro i toscani” sinceramente ci fa sorridere perché forse vuol dire che i politici e i tecnici legati al marchio abruzzese non si sono immaginati il senso di queste iniziative - continua Di Betto - e per quanto ci riguarda chiediamo ai colleghi abruzzesi: dobbiamo prendere atto con un senso di rassegnazione che il dialogo intrapreso a suo tempo non sia una strada percorribile?”.
“Gli amministratori abruzzesi evidentemente sono certi che continuare a portare avanti il nome di un vino in riferimento a un vitigno sia la strada giusta e non una sorta di arma a doppio taglio nei confronti della loro Denominazione stessa, dal momento che in tutto il mondo, e ci sono già tantissimi casi del genere, chiunque producendo un vino con il vitigno Montepulciano potrà chiamarlo così; è per questo che noi stiamo invece puntando a valorizzare la provenienza della nostra Docg e in particolare “Vino Nobile” legato alla toscanità”, chiude il presidente del Consorzio del Nobile Di Betto. Il “Montepulciano Nero” come vitigno è infatti uno dei più coltivati nel mondo, soprattutto nelle tenute intensive di Argentina (nella zona di Mendoza), in Australia e Nuova Zelanda. Esistono già molti vini internazionali che si chiamano “Montepulciano” in virtù dell’utilizzo del vitigno. Per il Consorzio del Nobile il fatto che l’Abruzzo abbia deciso di puntare tutto sul nome del vitigno rappresenta un vero e proprio rischio a livello commerciale in primis proprio per i produttori abruzzesi. A ricaduta naturalmente il rischio di confusione è generato anche sul Vino Nobile di Montepulciano “e proprio per questo, in sede consortile, si è deciso di puntare sul marchio Vino Nobile e sulla provenienza d’origine Montepulciano, Toscana”.
“La registrazione come marchio collettivo del vino Montepulciano d’Abruzzo segna un passo decisivo per superare definitivamente la diatriba con il Vino Nobile di Montepulciano”, sottolinea l’ex presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo Tonino Verna che aveva avviato l’iter di registrazione, “infatti, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, anche in sede di appello, ha ribadito che concettualmente i segni (le due Denominazioni, ndr) sono diversi, dal momento che il termine Montepulciano del marchio “Vino Nobile di Montepulciano” identifica l’area geografica di produzione, ossia la località toscana “Montepulciano”, mentre nel marchio “Montepulciano d’Abruzzo”, la parola “Montepulciano” contraddistingue esclusivamente il vitigno”. Il provvedimento puntualizza che non esiste il rischio di confondibilità dei prodotti nei consumatori poiché mentre nel marchio collettivo “Vino Nobile di Montepulciano” la preposizione “di” indica per l’appunto la provenienza ed il luogo di produzione, nel segno “Montepulciano d’Abruzzo” la provenienza geografica va individuata nel termine “Abruzzo” anch’esso preceduto dalla preposizione “di” che ha il medesimo significato di cui sopra ...

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