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SEMINARIO

Il futuro del comparto agroalimentare italiano al centro del “Food, Wine & Co” 2023

Da oggi al 20 ottobre focus su ambiente, sistemi alimentari, mercati, tecnologie innovative, comunicazione, marketing e salute

L’export dell’agroalimentare italiano ha registrato un record storico, con una crescita nel 2023 del +11%, grazie al traino di Germania, Stati Uniti e Francia, come rivelano i dati Istat, ma il settore registra anche un’altra tendenza interessante, ossia una rinnovata capacità di attrarre investimenti nel Food-Tech, che nel 2022 hanno toccato, globalmente, i 51 miliardi di euro, di cui 156 milioni in Italia, dove le tecnologie innovative in campo agroalimentare hanno superato i 2 miliardi di euro (+31% sul 2021), mentre un’azienda su tre sta già applicando e investendo sull’intelligenza artificiale. È la cornice dentro cui si inscrive il futuro del comparto agroalimentare italiano, al centro, da oggi al 20 ottobre a Roma, del seminario “Food, Wine & Co” n. 12, focus sul settore agroalimentare ed eno-gastronomico dedicato ad appassionati ed esperti, studenti e studentesse, e curiosi di marketing e comunicazione.

In futuro, sarà sempre più importante preservare l’ambiente per salvaguardare il sistema alimentare della nostra specie e delle altre, considerando che la produzione alimentare mondiale dovrà crescere del 50% entro il 2050 per soddisfare la domanda di una popolazione in crescita costante, e che sprechiamo attualmente il 30% degli alimenti prodotti per il consumo. Inoltre, dopo anni di “permacrisi” tra clima, guerra e pandemia il tunnel dell’inflazione appare ancora lungo: i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sono aumentati del +21,3% in due anni, e la previsione è di un ulteriore aumento del 4% nel 2024. La produzione agricola nel 2022 è diminuita del 2,6% sul 2021 a causa del clima, ma la Commissione Europea non ha previsto un aumento delle risorse finanziarie per l’agricoltura, nonostante la crescente necessità.

In questo senso, le attività di marketing e comunicazione, che orientano il consumatore nella direzione di un consumo sempre più sostenibile, possono creare aperture e opportunità, valorizzando i comparti del cibo e soprattutto del vino, che vanta un giro di affari mondiale di 340 miliardi di euro, e che si prevede raggiungerà nel 2025 i 528 miliardi di euro (dati: Statista). Negli ultimi anni le aziende hanno poi implementato le strategie orientate al “green marketing”, perché vengono riconosciute e premiate dai consumatori, specialmente quelli appartenenti alle generazioni più giovani, come rappresentative di un brand responsabile e attento all’ambiente, dunque da scegliere determinando un vantaggio competitivo.

“Le crisi ci sono e perdurano. In questo scenario incerto, l’agroalimentare italiano diventa un settore chiave dell’economia. L’export ha segnato un record assoluto, il suo fatturato annuo ammonta a 179 miliardi di euro, i lavoratori impegnati nel settore sono 1,2 milioni e le industrie alimentari sono 70.000, per un giro di affari che vale 580 miliardi di euro, pari a un quarto del Pil nazionale”, commenta la professoressa Simonetta Pattuglia, docente di Marketing, Comunicazione e Media a Tor Vergata e curatrice di “Food Wine & Co”. “Cercheremo di capire che direzione ha preso il sistema agroalimentare italiano, nel dialogo crescente con l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale. Credo che fare impresa, mi riferisco in particolare al sistema agroindustriale, sia diventata una necessità sostanziale per (ri)mettere in moto l’economia. L’impresa, ma anche gli organi statali, devono generare benessere e valorizzare il made in Italy nel mondo, nell’ottica di fare cultura alimentare e promuovere il prodotto mediterraneo salubre, che deve essere accessibile a tutti, perché il diritto alla qualità del cibo deve diventare una regola. La salute pubblica italiana è infatti in crisi, e tra le cause c’è l’obesità, spesso legata a problemi di alimentazione, che ha ormai raggiunto 23 milioni di persone, ovvero il 46% della popolazione adulta e il 24,3% tra bambini e adolescenti. Questo ha causato anche un aumento delle malattie croniche e cardiovascolari, una situazione che possiamo combattere lavorando sulla promozione di una cultura alimentare salubre, sostenibile e accessibile”, conclude la professoressa Pattuglia.

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