Il Gallo Nero canta a squarciagola nei mercati del mondo, mentre il territorio del Chianti Classico guarda la riconoscimento come sito Unesco, che sarebbe il decimo per la Toscana. A raccontarlo i numeri e le parole di Giovanni Manetti, presidente del Consorzio del Chianti Classico, e di Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana, e candidato (in quota Pd) alla presidenza della Regione Toscana, oggi dalla “Chianti Classico Collection”, a Firenze in Stazione Leopolda. “Vendiamo da una vendemmia 2019 ottima, moto classica, che ha dato vini di grande freschezza e armonia, e una produzione buona in quantità, sui 300.000 ettolitri, e già questo ci regala grande ottimismo. Che ci viene anche dal mercato, perchè le vendite di imbottigliato crescono ancora - ha detto Manetti - e soprattutto, tra novembre 2019 e gennaio 2020, abbiamo registrato un trend di crescita del 10% che di fa ben sperare. E soprattutto crescono i nostri prodotti a maggior valore aggiunto, Gran Selezione e Riserva, che valgono il 42% in volume ed il 55% in fatturato. Ed è un segnale importante, perchè vuol dire più remunerazione per produttori ed agricoltori. Ma la cosa più importante è che c’è una grande unità di intenti tra produttori, come non mai. Cito il dato della Gran Selezione come esempio: 5 anni fa la facevano più o meno 30 cantine, oggi sono 144. E il fatturato della Gran Selezione, è cresciuto del 15% sul 2018”. In totale, il valore economico del territorio del Chianti Classico è stimabile in 800 milioni di euro, di cui 400.000 dal vino imbottigliato. Con il 78% delle vendite che è all’export, con gli Usa che si confermano il primo mercato, con il 34% delle vendite totali di Chianti Classico, davanti all’Italia, secondo mercato con il 22%, al Canada con il 10%, e poi ancora Regno Unito (7%) e Germania (6%), davanti a Scandinavia, Svizzera e Giappone, mercati principali di un vino che arriva ormai in 130 Paesi del mondo. Risultati importanti, che “gratificano i 515 soci del Consorzio”, che è l’associazione di produttori più antica d’Italia. Un territorio, quello del Chianti Classico, ricco di storia, tra la Firenze del Rinascimento e la Siena del Medioevo, ma anche con un grande presente nel calice, come testimoniano i tanti riconoscimenti della critica arrivati nel 2019 (dal terzo posto, per il secondo anno consecutivo, nella “Top 100” di Wine Spectator al numero record di 24 vini premiati con i “Tre Bicchieri” dalla guida ai vini del Gambero Rosso, per fare solo due esempi). E con un futuro che potrebbe passare anche dal riconoscimento del territorio come Patrimonio Unesco. Obiettivo già dichiarato da qualche anno dall’associazione del Distretto Rurale del Chianti, e rilanciato oggi dal presidente del Consiglio Regionale della Toscana, e candidato alla presidenza della Regione, Eugenio Giani: “qui alla Chianti Classico Collection si dimostra il valore dei produttori del Gallo Nero, e sapere che l’economia della Toscana è trascinata dal vino, nei suoi tanti territori, e da numeri così importanti, è importante. Come è innegabilmente importante il matrimonio tra la bellezza dei nostri territori e la produzione di vino. Per questo, anche come Regione, faremo di tutto perchè il territorio del Chianti Classico diventi il prima possibile il decimo sito Unesco della Toscana, con il suo valore e la sua bellezza”.
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