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Il Giornale.it

La ritorsione di Trump contro Macron: ora tassa lo champagne … Nuovo fronte del faccia a faccia Trump-Macron: gli Usa pronti a tassare le importazioni di champagne... Dopo la trasferta in terra francese, Trump ha definitivamente seppellito ciò che restava di un’amicizia personale che sembrava, nei primi mesi del mandato dei due leader, dover condurre a una nuova sintonia franco-americana, e si è scagliato contro Macron sia sul piano personale che politico. Nel primo campo, con una raffica di post su Twitter in cui Trump constatava la debolezza politica di Macron, di cui ha parlato Marco Valle nel suo blog. “Il problema è che Emmanuel soffre di un rating di approvazione molto basso in Francia, 26%, e con un tasso di disoccupazione di circa il 10%. Sta solo cercando di cambiare argomento”, ha scritto Trump in riferimento alle dichiarazioni di Macron sui mali del nazionalismo, aggiungendo poi causticamente che “non c’ è Paese più nazionalista della Francia, popolo molto orgoglioso”. Nel secondo campo, invece, l’amministrazione ha promosso la conferenza di Palermo sulla Libia e indicato, sempre attraverso le parole di Trump, quale potrebbe essere il prossimo fronte della guerra commerciale: il campo agroalimentare, per la precisione il settore vinicolo. “A proposito di commercio, la Francia fa vini eccellenti, ma così fanno anche gli Usa”, ha twittato Trump che, per inciso, è astemio da decenni. “Il problema è che la Francia rende molto arduo per gli Usa vendere i suoi vini in Francia, e impone grandi Tariffe, mentre gli Usa facilitano le cose per i vini francesi, e caricano tariffe molto piccole! Non è equo, deve cambiare!”. Sono in arrivo dazi sullo champagne? Trump non ha torto sullo champagne... Nel suo attacco, il Presidente non ha assolutamente sbagliato nell’indicare le cifre. Champagne e Bordeaux sono, all’ingresso negli Stati Uniti, tassati da 5,3 a 19,8 centesimi al litro, mentre i vini statunitensi che sbarcano nell’Esagono subiscono imposizioni comprese tra 15 e 36 centesimi. Al dato nazionale, in ogni caso, per gli Stati Uniti bisogna aggiungere le specificità locali dei singoli Stati. Come ha scritto Wine News, “da Stato a Stato, infatti, come racconta lo studio dell’istituto indipendente Usa sul mondo delle tasse “Tax Foundation”, la pressione fiscale sulle vendite di vino è assai diversa, con una forbice che va dai 20 centesimi di dollaro a gallone (3,7 litri) della California, polmone produttivo del Paese a stelle e strisce, e del Texas, ai 3,47 dollari del Kentucky”. Sicuramente, questo non esaurisce le motivazioni della discrepanza nella bilancia commerciale vinicola tra i due Paesi. I vini californiani, ad esempio, sono sicuramente degnati da considerazioni sempre migliori da parte degli esperti vinicoli, ma sicuramente i nomi di prodotti come lo champagne hanno un appeal notevole che anche una riduzione della forbice qualitativa difficilmente può contrastare. Come segnala Quartzy, l’Europa ha importato solo 13,78 ettolitri di vino statunitense a fronte di 24,9 ettolitri di esportazioni, in cui la produzione francese gioca un ruolo preponderante, seguita a ruota da quella italiana. Quanto guadagna la Francia sullo champagne... L’export vinicolo pesa per oltre 9,1 miliardi di euro (41% del totale comunitario) negli attivi della bilancia commerciale francese, circa un terzo dei quali sono assorbiti dalla domanda americana. A riportarlo è Bloomberg, in un articolo che segnala il volume di una disputa non indifferente. Dazi sul vino rappresenterebbero un calice amaro, si direbbe, offerto da Trump a Macron dopo le recenti burrasche nei loro rapporti bilaterali. E del resto metterebbero in difficoltà il Presidente nella Francia rurale, lontana dalle città che rappresentano il bacino elettorale dominante per En Marche, il partito di Macron. La disputa sullo champagne, per ora, è solo verbale, ma potrebbe presto diventare una sfida a tutto campo. Dall’entità e dalla portata dei prossimi dazi di Washington capiremo se Trump è deciso ad andare avanti su questo tema.

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