Vino, i costi in aumento Ma è l’anno della riscossa … Si apre a Verona la 56esima edizione Lollobrigida: “Il settore resta un gioiello del Vinitaly: presenti oltre 4 mila aziende Bisogna puntare su qualità e innovazione”… Il 2024 sarà l’anno della riscossa. Pur tra qualche incognita lo sperano al Vinitaly che si apre oggi con la 56esima edizione. Nonostante gli alti costi di produzione e il calo dell’export del 2023 (sempre comunque a quota 7,8 miliardi) si va verso una fase di rilancio. Ci si interroga comunque se l’ultima vendemmia (con 5.9 milioni di ettolitri in meno rispetto al 2022) si dimostrerà essere stata un bene, considerando che le giacenze nelle cantine con 58,2 milioni di ettolitri al 31 marzo sono ormai eccessive. E resta da capire se il vino bianco confermerà lo storico sorpasso sul rosso. Tra l’altro, a fronte di un calo del consumo procapite dai 55.8 litri l’anno nel 2010 al 26.3 di quest’anno. Al Vinitaly ci saranno oltre 30mila visitatori stranieri provenienti da 140 Paesi circa 100mila italiani (93mila lo scorso anno) entreranno in contatto con le 4.300 aziende espositrici (in Italia sono 241mila). In contemporanea si svolgeranno Enolitech (il salone sull’innovazione tecnologica nella vitivinicoltura), il Sol dedicato all’olio e Xcellent Beers, sul mondo sempre più vivace della birra artigianale italiana. Sul comparto, però, pesano le stesse preoccupazioni congiunturali di tutte le aziende. “Il problema numero uno si chiama costo del denaro a cui si aggiunge l’impennata delle materie primo, aggravata anche dalle limitazioni ai trasporti nel Canale di Sue” afferma Luca Rigotti, presidente del settore Vino di Confcooperative (327 cantine con 100mila soci che rappresentano il 52% del mercato domestico e il 34% dell’export). “La crisi della logistica mondiale - precisa Rigotti - ha creato forti ritardi nella fornitura di materie prime e semi lavorati. determinando un’impennata dei prezzi di molti prodotti. Fra i1 2020 e il 2023, gli imballaggi di legno sono lievitati del 28.2% e quelli di carta del 31,7%, il sughero dei tappi del 14,8%. Ancora peggio le bottiglie +20,4% fra il 2021 e il 2022, +25.3% fra il 2022 c il 2023. In quattro anni, l’aumento del prezzo del vetro ha superato il 50%”. Assai critico resta lo scenario per l’export, stando ai dati rilevati da Censis nel 2023: 9,7% in Africa, 6% nell’intero continente americano, intorno al - 12% in Asia e in Oceania. Nonostante tutto, il vino con 13,8 miliardi di euro di fatturato rappresenta il 10% dell’intero giro d’affari agroalimentare (fonte Ismea), “Un gioiello per Italia”, l’ha definito Francesco Lollobrigida. Queste parole il ministro dell’Agricoltura le ha pronunciate dinanzi a 14 ministri e alle delegazioni di 30 Paesi produttori che – venerdì a Brescia e ieri a Verona hanno dato vita alla prima Conferenza internazionale sul vino dell’Oiv. “Vanno portati - ha aggiunto- ulteriori elementi di qualità legati all'arte, alla storia della nostra Italia e anche alle grandi innovazioni di cui siamo capaci”. “Se business è la prima parola chiave - spiega l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese - la seconda è consapevolezza di un capitale strategico oltre che identitario, sempre più sotto la lente di tesi allarmistiche”. Significativamente proprio oggi sarà presentata la ricerca “Se tu togli il vino all’Italia, un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto, “Uno studio - aggiunge - realizzato dall’Osservatorio Un-Vinitaly e da Prometeia sull’impatto che il Belpaese subirebbe in termini socio-economici, turistici e identitari da un ipotetica scomparsa del vino dall’Italia”. Come ogni anno il Vinitaly è anche il momento dei bilanci aziendali. Pambianco, confrontando quelli delle prime quindici realtà vinicole italiane, assegna la leadership a Cantine Riunite & Civ con 671 milioni di euro di fatturato, Al secondo posto Argea (449,4 milioni di euro) e al terzo Iwb-Italian Wine Brands (429,1 milioni di euro). Tra le maggiori 20 aziende italiane - stando ai dati raccolti da Wine news - sembra tornata la fiducia. Un buon 45% delle cantine dichiara un giro d’affari in aumento sul primo trimestre 2023, nella maggior parte dei casi con incrementi che vanno dal 2 al 10%, ma non mancano picchi anche del +15% e +27%. Va però considerato che quest’anno il periodo pasquale è coinciso con la chiusura del trimestre, mentre nel 2023 era più spostato in avanti, in aprile), La Pasqua ha anche rilanciato alla grande l’enoturismo, capace di coinvolgere - secondo Ismea che organizza un convengo sul tema martedì - circa un terzo degli italiani che ha visitato una cantina.
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