Terza economia mondiale per Prodotto interno lordo, il Giappone per il vino non è più quella destinazione privilegiata di qualche tempo fa, quando le importazioni crescevano in maniera mirabolante anno dopo anno. Nel 2017 le spedizioni verso il Sol Levante si sono fermate a 2,15 miliardi di euro, in crescita sull’anno precedente, ma a livelli comunque inferiori al record del 2015, in un mercato storicamente dominato dalla Francia, e che per l’Italia è a dir poco ostico, con volumi stabili almeno dal 2012, e valori in altalena sostenuti, come in altri Paesi, dalle bollicine. Questo, a grandi tratti, lo stato dell’arte attuale, ma dove va il Giappone del 2018? Alla domanda risponde il “Japan Landscape 2018” di Wine Intelligence, che mette in fila le 5 tendenze principali che indirizzeranno il mercato nipponico.
Prima di tutto, dopo anni di crescita, come anticipato, il mercato del vino fermo è oggi in declino, almeno in termini di volumi, con il consumo pro capite che ha perso il 2% tra il 2016 ed il 2017, confermandosi a livelli relativamente bassi: a 3 litri all’anno. La “colpa”, se così si può dire, è del vero e proprio boom dei pre miscelati, come le bibite alcoliche alla frutta, particolarmente popolari tra i giovani consumatori. La seconda nota dolente è legata proprio all’età dei wine lovers giapponesi: la metà hanno più di 55 anni, in linea con l’invecchiamento generale della popolazione del Paese, ed il coinvolgimento delle giovani generazioni, così, è a livelli bassissimi. Cambiano, più in generale, le abitudini di consumo, che si spostano verso una maggiore salubrità, con il numero di bevitori regolari che nell’ultimo anno ha dichiarato di aver smesso di bere in deciso aumento nell’ultimo anno. E questo vale soprattutto per i giovani tra i 20 ed i 24 anni, che hanno ridotto in maniera costante e considerevole le occasioni di consumo di alcolici. In termini commerciali, invece, la grande novità è il Cile che, dopo aver superato la Francia come principale Paese fornitore di vino del Sol Levante, almeno in termini di volumi, si è affermato anche con i suoi brand: come rivela il “Wine Intelligence Global Wine Brand Power Index 2018”, sei dei dieci marchi di vino più forti in Giappone sono cileni, ossia Alpaca, primo per distacco in termini di popolarità, Sunrise, Santa, Cono Sur, Pudú, e Casillero del Diablo. Infine, un’indicazione buona anche, se non soprattutto, per il vino, arriva dalla richiesta sempre maggiore da parte dei consumatori giapponesi di prodotti alimentari e bevande naturali, che apre la strada al vino senza solfiti aggiunti ed alle produzioni biologiche. Inoltre, meritano attenzione quelle nicchie spesso poco considerate, ma che godono di una certa popolarità tra i più giovani, come il vino a basso contenuto di alcol o il vino analcolico.
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