Non si arresta la traiettoria negativa del Liv-ex 100 - il benchmark per il monitoraggio dei prezzi dei fine wine sul mercato secondario, che abbraccia le 100 etichette più scambiate, tra cui il Barolo 2017 di Bartolo Mascarello, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2016 di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2018 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2013 e 2014 di Giacomo Conterno, il Masseto 2018 e 2019 e l’Ornellaia 2018 di Frescobaldi, il Brunello di Montalcino 2017 di Poggio di Sotto, il Sassicaia 2017, 2018 e 2019 di Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2018 e 2019 di Antinori ed il Redigaffi 2019 di Tua Rita - che, a luglio 2023, perde il 3,1%, portando il calo, da inizio 2023, al -9,1%.
In generale, è un momento di riflessione per tutto il mercato, sia per i collezionisti che per i wine merchants, con tutti i maggiori indici del Liv-ex in negativo, a partire dal Liv-ex 1000, che traccia l’andamento di 1.000 etichette da tutto il mondo, in calo del 2,1%. Male anche il Fine Wine 50, che monitora le ultime dieci annate dei Premier Cru di Bordeaux (Lafite Rothschild, Margaux, Haut-Brion, Latour e Mouton Rothschild), al -3,1% (-8,7% da inizio anno), ed il Bordeaux 500, giù del 3%(-6,5% da inizio anno). Il Burgundy 150 perde il 2,2%, ma ben il 10,3% da inizio 2023, mentre frena la caduta dello Champagne 50 (-0,2%), comunque in calo del 10,5% da inizio 2023, e del Rhone 100, che lascia sul terreno l’1,6% a luglio, ma addirittura il 16,4% da inizio anno. Infine, l’Italy 100, che limita le perdite in un -0,4% mensile e nel -3,7% da inizio anno, che ne fanno, tra i principali indici, di gran lunga il più performante.
Nonostante la traiettoria discendente del mercato, l’attività di trading ha visto un aumento a luglio 2023, sia in valore che in volume, ed anche la dimensione del mercato è cresciuta, con 1.865 etichette diverse scambiate sul Liv-ex nel mese di luglio. Dei 100 vini dell’indice, 76 hanno visto un calo dei prezzi, mentre 20 sono cresciuti e 4 sono rimasti invariati mese su mese. La miglior performance è stata quella di un’etichetta del Rodano, nonostante il crollo dell’indice regionale: lo Châteauneuf-du-Pape 2019 Château de Beaucastel Hommage à Jacques Perrin (+8,2%). Sul secondo gradino del podio il Dom Pérignon Rosé 2008 (+6,8%), e sul terzo Gaja, con il Barbaresco 2018, che sale del 5,3% a luglio, anche se l’andamento da inizio anno è stata meno favorevole, registrando un calo del 9%. Al quarto posto l’Ornellaia 2019 di Frescobaldi, che si distingue come eccezione tra i top performer, in quanto unico vino a non essere in calo dall’inizio dell’anno, periodo in cui ha anzi registrato una crescita del 6,5%, anche grazie all’accelerazione a luglio, pari al +4,3%. In quinta posizione, il re di Borgogna, Domaine de la Romanée-Conti, con il Richebourg Grand Cru 2018, che segna una crescita del + 4,2% a luglio.
Guardando ai diversi territori, tra gli Champagne spiccano il Cristal 2008 di Louis Roederer, il Pol Roger Sir Winston Churchill 2013 ed il Dom Pérignon 2012 (+1,8%). Dopo otto mesi in territorio negativo, è crollato, ad esempio, il prezzo del Krug 2008, che, a maggio 2022, aveva toccato le 6.300 sterline a cassa, e oggi viene scambiato a 4.000 sterline. Tra i vini di Bordeaux, quelli in controtendenza a luglio sono stati Château Rauzan-Ségla 2ème Cru Classé e Margaux 2018 (+3,9%) e Château Léoville Poyferré 2ème Cru Classé 2009 (+1,2%), mentre Château Lafite Rothschild, con le annate 2016 e 2018, ha segnato cali del 12,2% e del 14,2% da inizio anno. Infine, la Borgogna, che concentra alcune delle peggiori performance assolute, come il -16,5% da inizio anno di Domaine Georges Roumier Bonnes Mares Grand Cru 2019, o il -20,7% del Domaine Leflaive Puligny-Montrachet Premier Cru 2019. Ancora in positivo Domaine de la Romanée-Conti Richebourg Grand Cru 2018 e Coche-Dury 2019, entrambi in aumento del 3,7% a luglio.
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