Pur in mezzo a mille difficoltà, tra inflazione, aumento dei costi ed un potere di acquisto da parte delle famiglie italiane strutturalmente in calo da anni, con le giovani generazioni che bevono meno vino rispetto a quelle più adulte, sia per un costante calo demografico con sempre più anziani e sempre meno giovani, che per una maggiore attenzione di questi ultimi alla salute, il Belpaese resta di gran lunga il primo mercato per il vino italiano. E le previsioni per i prossimi anni, tutto sommato, almeno a livello di giro d’affari, sembrano positive, stando ai numeri (sempre da prendere con le dovute cautele) divulgati di recente da Statista, uno dei più grandi portali di statistica on line. Secondo cui il giro d’affari del mercato del vino in Italia toccherà i 20,3 miliardi di euro nel 2023. Ma, soprattutto, crescerà del 6,3% fino al 2027, anno in cui si prevede che il 75% della spesa complessiva, per il 32% dei volumi consumati, sarà concentrata nel fuori casa, tra bar e ristoranti, che come già noto si confermano il canale a maggiore valore aggiunto per il vino. Che oggi, secondo statista, vede un consumo procapite di appena 25,4 litri all’anno, con il curioso dato di 377 euro spesi in vino a persona, in relazione alla popolazione totale.
Ma, segmentando i dati, emergono altre indicazione interessanti. Guardando ai vini fermi, per esempio, emerge che, se nel 2023, il giro d’affari movimentato sarà di 11,2 miliardi di euro, la crescita in valore prevista fino al 2027 sarà del +4,2%, mentre quella in volume, al meno nel 2024, sarà praticamente inesistente, con un consumo procapite di vini tranquilli a quota 21 litri a testa. Tra questi, inoltre, i vini rossi, che valgono 7,3 miliardi di euro ad oggi, vedranno crescere il valore del 3,7% all’anno nei prossimi 4 anni, contro il +4,6% dei vini bianchi, che ad oggi muovono un giro d’affari di 3,5 miliardi di euro. E ancora di più sembrano destinati a cresce i vini rosati, ad un tasso del 7% annuo tra il 2023, partendo, però, da un giro d’affari nettamente minoritario, ad oggi, stimato in 1,1 miliardi di euro. Discorso a parte, come sempre, meritano gli spumanti, il cui giro d’affari 2023, a 7,2 miliardi di euro, è ormai pari ad un terzo del totale. Per le bollicine, il “fatturato” è previsto in crescita del 9,3% all’anno, tra il 2023 ed il 2027, ma, a crescere, saranno anche le quantità: nel 2024 la crescita in volume è prevista a +3,7%.
Numeri, come detto, da prendere per quello che sono, tanto più in un contesto economico e geopolitico dove i cambiamenti, anche repentini e brutali, nella loro portata, sono all’ordine del giorno, e guardare a prospettive che vadano oltre qualche mese è più difficile che mai. Ma, almeno, sono dati che regalano una prospettiva di medio termine positiva ad un settore alle prese con un periodo particolarmente complicato.
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