Per tante ragioni, produttive, storiche, tecniche e legali, il tema dei vini e della birra a basso tenore alcolico, o addirittura a zero alcol, è piuttosto marginale, almeno in Italia. Eppure, questa nicchia del mercato, è in forte crescita, con un tasso invidiabile, e continuerà a farlo, secondo le previsioni, ad un ritmo del 6,2% nel prossimo decennio, per arrivare a valere, complessivamente, già nel 2024, 2,5 miliardi di dollari, più o meno divisi a metà tra birra e vino. Un segmento da non trascurare, dal momento che mercati che per i produttori di vino, sopratutto, sono ancora in larga parte da conquistare, come quello dell’area Asia-Pacifico, sono molto aperti a questo tipo di prodotti, e l’area asiatica, per esempio, da sola peserà per oltre il 26% di questo business. Al punto che i grandi colossi del beverage e del vino di tutto il mondo, iniziano a guardarci con attenzione, anche perchè il tema dell’attenzione alla salute è sempre più forte, soprattutto tra i giovani consumatori, ma si fa strada anche tra le fasce più mature, un po’ in tutto il mondo. E quello di proporre vini con poco alcol, che piaccia o meno, potrebbe essere anche un modo per avvicinare quei consumatori che rinunciano ad un calice proprio per il tenore alcolico, il molti casi crescente, dei vini. Lo sostiene un report dell’agenzia di previsioni di mercato inglese, Visiongain.
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