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IL “MODELLO PIEMONTESE” DEI CONTROLLI SI CONFERMA IL RIFERIMENTO A LIVELLO NAZIONALE: BASATO SULLA SEMPLIFICAZIONE PER I PRODUTTORI E SULLA SINERGIA TRA GLI ENTI, E’ SEGUITO CON INTERESSE DA MOLTE REGIONI

Il modello organizzativo e gestionale dei controlli che il Piemonte ha introdotto sin dal 2007, e che prevede la piena sinergia tra i diversi attori della filiera, è diventato un punto di riferimento a livello nazionale. Sulla base delle linee guida fissate dai Decreti Ministeriali 29 marzo e 13 luglio 2007, il Piemonte ha scelto di attuare i controlli con una modalità gestionale fondata sulla semplificazione degli adempimenti e sulla sinergia tra gli enti: Consorzi di tutela, Camere di Commercio e Province.

Il protocollo di intesa che ha dato attuazione in Piemonte - prima fra le Regioni italiane - al piano dei controlli previsto dal Ministero sui vini Doc e Docg è stato firmato il 14 novembre 2007 ad Alba, da Regione Piemonte, Federazione dei Consorzi di Tutela e Unioncamere Piemonte. L’esito finale è il rilascio delle fascette, stampate dal Poligrafico dello Stato, uniche e garantite per ogni bottiglia, dalle quali è possibile risalire al vigneto di origine, grazie alla informatizzazione dell’intero sistema. Oggi l’80% dei vini piemontesi a denominazione d’origine è sottoposto a controlli e si prevede entro l’anno di estendere il sistema all’intera produzione. Oggi il modello è seguito con interesse da molte regioni, e, in Piemonte, i rappresentanti di Province, Consorzi, Camere di Commercio, organizzazioni agricole e cooperativistiche, associazioni dei produttori, riunitisi nei giorni scorsi alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, hanno concordato sulla necessità di confermare e perfezionare questa procedura.

Il soggetto terzo incaricato dei controlli - scelto dai produttori - potrà essere di natura privata o pubblica oppure più attori (Province, Camere di Commercio, Consorzi) potranno seguire, come già avviene, specifiche fasi del processo di certificazione. Ciò che dovrà accomunare tali attività è un modello organizzativo che rispetti precisi requisiti improntati alla razionalizzazione delle attività, al contenimento dei costi, alla semplificazione burocratica. L’obiettivo è che la singola azienda agricola possa avere un unico soggetto e ufficio di riferimento per le pratiche di certificazione, a sua volta incaricato di gestire i rapporti all’interno della filiera. Questo permetterà di delineare un unico disegno territoriale, un vero e proprio “protocollo Piemonte” che governi il sistema. L’orientamento emerso dall’incontro, ulteriormente perfezionato in un tavolo tecnico ristretto, verrà sottoposto al Ministero e alle altre Regioni.

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